Ferretti e Lo Schiavo, orgoglio italiano alla notte degli Oscar

5 Febbraio 2012
Cristiano Nesta
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dante-ferretti-e-francesca-lo-schiavo-premi-oscarSempre più vicina la notte degli Oscar, l’appuntamento imperdibile per gli affezionati del grande schermo che il prossimo 26 febbraio aprirà il suo prestigioso sipario al Kodac Theater di Los Angeles. L’Oscar, si sa, rappresenta il premio più ambito del panorama cinematografico mondiale e nonostante la “settima arte” puramente nostrana sia alle prese con le costanti e alle volte immeritevoli esclusioni, possiamo ancora una volta consolarci grazie a due strepitosi professionisti che mantengono alta la nostra bandiera. Si parla ovviamente di Francesca Lo Schiavo e di suo marito ed inseparabile collega Dante Ferretti, nominati entrambi – l’una grazie al set decoration e l’altro al production designper la miglior scenografia nel film Hugo, realizzato da Martin Scorsese. Già nel 2005 il trinomio Lo Schiavo/Ferretti/Scorsese ha assaporato il gusto della vittoria con la splendida pellicola The Aviator, ora custode anche delle prestigiose statuette per la miglior attrice non protagonista (Cate Blanchett), la miglior fotografia (Robert Richardson), i migliori costumi (Sandy Powell) e il miglior montaggio (Thelma Schoonmaker). Un trionfo solo sfiorato nel 1994 (L’età dell’innocenza), nel 1998 (Kundun) e nel 2003 (Gangs of New York), quando nominati, vennero “battuti” rispettivamente da Allan Starski e Ewa Brown (Schindler’s List), Peter Lamont (Titanic) e John Myhre (Chicago).

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Lo Schiavo e Ferretti tornano quindi, dopo quattro anni di stasi, agli Academy Awards. Sapere che nell’ultima loro partecipazione, avvenuta grazie alla nomination nel 2008 per la fantastica scenografia del film di Tim Burton Sweeney Todd, erano stati per la seconda volta “incoronati”, ci riempie di buone speranze.

Essendo stato prodotto in 3D (potrebbe essere il primo film con questa tecnologia a vincere l’Oscar), Hugo è divenuto per la coppia di scenografi una sorta di sfida: «era la prima volta e abbiamo dovuto imparare una nuova tecnologia non sempre facile. Nell’arredamento, ad esempio, abbiamo dovuto adottare nuovi e diversi accorgimenti perché, al contrario di quello che si pensa, l’immagine in 3D risulta più spoglia se non è lavorata in una certo modo. Gli oggetti devono essere più grandi, oversize, per creare un buon effetto in 3D. Così abbiamo dovuto creare nuove proporzioni e anche per i colori abbiamo dovuto crearne di più forti del solito e tutto per evitare alla scenografia un effetto più spoglio di quanto fosse in realtà». Insomma, conclude Francesca Lo Schiavo, «per il 3D serve un approccio diverso dall’ordinario e soprattutto molta attenzione». Su un terzo possibile Oscar la scenografa ha con scaramanzia glissato: meglio non parlarne, «ora voglio godere solo di questa gioia».

Questa volta Francesca Lo Schiavo e Dante Ferretti dovranno vedersela con scenografi del calibro di Laurence Bennett e Robert Gould (The Artist), Stuart Craig e Stephenie McMillan (Harry Potter e i doni della morte – parte II), Ricck Carter e Lee Sandales (War Horse). Incrociando le dita, scaramanticamente, meglio non parlarne, per ora godiamoci questa gioia…

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