Questo pazzo, strano, box office italiano

6 Febbraio 2012
Cristiano Nesta
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BoxOffice-memorial-weekendCome in tutte le cose, in questo mondo schiavo delle abitudini e della semplicità, è il “commerciale” a farla da padrone, anche nel panorama cinematografico. Soprattutto in Italia, il pubblico sembra essere omologato e condotto in un’unica direzione, quella della pellicola leggera, caratterizzata da volti noti (grazie alla televisione) e da una morale non certo profonda, alle volte anzi, profana.

Ma non è colpa solo del pubblico intendiamoci, esso è per forza di cose catalizzato in questo genere di statico circuito dalle case di produzione, da coloro che stanno alla base delle proiezioni o meglio, alla base delle programmazioni cinematografiche. Insomma, se un capolavoro come The Artist, candidato a dieci premi Oscar è stato proiettato in Italia da “ben” 50 sale italiane (ad oggi ne possiamo contare 33), contro le 900 proiezioni circa di Benvenuti al Nord (ad oggi 528), non possiamo che aspettarci i seguenti risultati: dopo tre settimane di programmazione la medaglia d’oro del box office italiano (aggiornati alla prima settimana di febbraio) va a… Benvenuti al Nord!!!!

Chi lo avrebbe mai detto signori e signore… Il film di Luca Miniero con Claudio Bisio e Alessandro Siani ha incassato la bellezza di 24 milioni di euro. La cosa davvero strana è che la maggior parte della critica cinematografica lo ha stroncato reputandolo un crogiuolo di stereotipi dai risvolti inaspettatamente surreali e malrisuciti.

Al secondo posto troviamo… Immaturi!!!! Alla quinta settimana di programmazione la medaglia d’argento va al film di Paolo Genovese che è ancora proiettato in più di 100 sale ed ha raggiunto quota 11 milioni d’incasso. Incredibile ma vero, la critica ha stroncato anche questo sequel.

Ma udite udite, al terzo posto, aggiudicandosi la medaglia di bronzo troviamo… Alvin Superstar 3!!!

Il film di Mike Mitchell distribuito dalla 20th Century Fox, adatto ad un pubblico di giovanissimi, alla quinta settimana di programmazione, è ancora proiettato in 139 schermi ed ha incassato sino ad oggi quasi 6 milioni di euro.

Le prime tre posizioni bastano a riassumere i gusti degli italiani, ben indirizzati dalle case di produzione, che con “coraggio”, accantonano lungometraggi come il già citato The Artist, Shame, The Iron Lady, E ora dove andiamo?, Sette opere di misericordia e chi più ne ha più ne metta. Ma si sa, il cinema di un certo tipo, il cinema d’autore, non ha mai catturato un pubblico folto ed è anzi quel gruppo sparuto di cinefili a dover catturare da qualche parte in Italia, la proiezione di un film “poco commerciale”.

Ciò che spaventa davvero e che sembra inconcepibile è questo: Hugo Cabret di Martin Scorsese, candidato ad 11 premi Oscar, il film più atteso dell’anno, il film dell’anno, cinema nel cinema, alla sua prima settimana di programmazione è proiettato in 458 schermi. Per farvi un idea, la media delle sale per un film esordiente e commerciabile è 600, se italiano, sequel ed ultra commerciabile anche 800. Insomma, siamo ben al di sotto della media.

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