Titanic 3D: la nuova tecnologia non convince

10 Aprile 2012
Cristiano Nesta
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Titanic 3D un flop? In Italia, tornato nelle sale grazie alla conversione in tre dimensioni in occasione del centenario della tragedia, il film di James Cameron primeggia al box office: 2.355.161 euro incassati nel weekend, più 773.352 euro solamente nella giornata di ieri, per un incasso complessivo di 3.131.926.

Titanic 3D 2Sht CampA-Alt1In Usa invece, nel weekend di Pasqua, Titanic 3D si piazza al terzo posto con 17.285.453 dollari, dietro al futuristico ed imbattibile The Hunger Games di Gary Ross (grazie ai 33.111.557 dollari incassati questo fine settimana raggiunge quota 302.450.722 dollari dall’uscita) e all’ennesimo American Pie – Ancora insieme di Jon Hurwitz e Hayden Schlossberg, capace di incassare quasi 22 milioni al primo weekend di programmazione.

L’incasso della pellicola di Cameron ha – per ora – sfiorato i 26 milioni di dollari negli States, comprendo ampiamente il budget per la realizzazione in 3D. Un risultato tutto sommato convincente, essendo la riproposizione di un film del 1997. Allora vincitore di 13 premi Oscar, sbancando al botteghino sino a raggiungere il miliardo di dollari, Titanic è divenuto una pietra miliare del cinema contemporaneo e nonostante in molti vedano nella conversione in 3D meri intenti commerciali, molti altri hanno apprezzato lo sforzo.

Forse la domanda giusta non è “Titanic 3D un flop?”, ma “il 3D è un flop?”

Già, perché la maggior parte della critica, e buona parte del pubblico, pensa che la nuova tecnologia sia ancora obsoleta, o adatta solamente a cartoni animati per bambini. «Ci avevano fatto credere che il 3D sarebbe stato un passaggio epocale come quello dal bianco e nero al colore, o dal muto al sonoro. Non è così», ha sentenziato il decano dei critici americani Roger Ebert, che già due anni fa spiegava sul Newsweek «perché odio il 3D». Oggi, stronca ferocemente il nuovo Titanic: l’originale bidimensionale era più bello, gli occhialini sono una sorta di un muro che spezza la fruizione diretta e l’emozione dello spettatore. In più fanno venire la nausea e il mal di testa a molti. E c’è il problema della brillantezza: perfino l’espressione tridimensionale massima, il film Avatar, migliora da questo punto di vista in 2D. E la versione Kung fu Panda 2 in 2D è piaciuta molto di più del gemello stereoscopico». Per non parlare del prezzo del biglietto aggiungerei.

Fatto sta, che le pellicole in 3D si stanno moltiplicando. E suvvia, i risultati non sono sempre stati così drammatici come vuole farci credere il cinico Roger Ebert. Ricordando il recente Hugo di Scorsese, ci brillano ancora gli occhi. C’è da migliorare, questo è certo…


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