Hotel letterari: il passato vive nel ricordo di chi resta

5 Maggio 2012
Antonia Storace
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pera-palace-agatha-christie“Guardi che la lettura è miracolosa. Con pochi euro si può parlare con il Signor Voltaire mentre tante volte ti siedi al bar a parlare con un coglione qualsiasi”. ( Ottavio Missoni )

Se il vostro lungo peregrinare nel cyberspazio, tra indirizzi email risalenti all’anteguerra, password puntualmente dimenticate nei cassetti della memoria, siti web così lenti a caricarsi che – nel mentre – avete il tempo di cenare, telefonare alla fidanzata di turno, mettere il pigiama e, magari, fare pure un po’ di zapping in tv … dicevo, se dopo tutto questo, siete approdati qui, su questo sito, tra queste pagine, probabilmente amate leggere, siete persone curiose, animate da un’innata voglia di capire, conoscere e scoprire. Ed allora, siete le persone giuste.

Adesso, fermatevi un momento e pensate al vostro scrittore preferito ( chiaramente, se ne avete più di uno, il fatto si complica ed il portafogli anche ). Fatto? Perfetto.

Provate – ora – ad immaginare quanto bello sarebbe dormire sul suo letto. Letteralmente.

Si chiamano “Hotel letterari”, e sono alberghi di assoluto prestigio tra le cui mura sono passati i più grandi nomi della letteratura mondiale.

Hemingway, ad esempio, era solito alloggiare nella camera 217 ( ora 201 ) del Gran Perla, a Pamplona. E, come lui, Chaplin, Orson Welles, e Aga Khan.

E’ addirittura possibile consultare gli antichi registri delle prenotazioni che conservano, intatti, queste firme sensazionali.

“Se tu non mi ami, non importa. Sarò in grado di amare per tutti e due.” ( Ernest Hemingway )

La stanza 411 del Pera Palace di Istanbul ( oggi visitabile anche come museo ), ospitava Agatha Christie al momento della stesura di uno dei suoi più celebri scritti: “Assassinio sull’Oriente Express”.

Non a caso, fu costruito nel 1892 con l’obiettivo di ospitare i passeggeri dell’Oriente Express, quale ultima tappa del viaggio che collegava Parigi Gare de l’Est a Costantinopoli.

“La verità ha l’abitudine di rivelare sé stessa.” ( Agatha Christie )

Dalle finestre del Beau Rivage Palace, di Losanna, Victor Hugo osservava le cime, ammantate di neve, delle alpi svizzere. Ed è facile immaginarlo passeggiare – su e giù – sul pavimento di moquette di una di quelle stanze: nella mente, i pensieri che, in seguito, lo avrebbero portato a comporre “I Miserabili”, o presentare Quasimodo ad Esmeralda.

“Ho incontrato per strada un uomo molto povero e innamorato. Portava un vecchio cappello ed un cappotto strappato. L’acqua gli entrava nelle scarpe, e le stelle nell’anima.” ( Victor Hugo )

E se proprio in Europa non volete andarci, basta fare un salto a Milano. Il Grand Hotel et de Milan ha ospitato musicisti e letterati del calibro di Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini, Gabriele D’Annunzio. E l’inimitabile Caruso. Alcune sale, e camere, portano i loro nomi.

“Ci sono certi sguardi di donna che l’uomo amante non scambierebbe con l’intero possesso del corpo di lei.” ( Gabriele D’Annunzio )

Costruzioni di cemento e mattoni – dislocate qua e là, nel Vecchio Continente – che sono un vero e proprio inno al passato. Quel passato che “non restituisce i suoi morti” – come direbbe D’Annunzio stesso – ma ne fa rivivere le opere di straordinaria bellezza nei ricordi di chi resta, e continua la storia.

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