Il futuro del pianeta? Terribile secondo gli ultimi rapporti sul clima

21 Novembre 2012
Laura Elisa Rosato
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In assenza di politiche governative aggressive volte a ridurre le emissioni di gas a effetto serra, le Nazioni Unite, la Banca Mondiale e altri, hanno iniziato a rilasciare le analisi che riguardano gli aumenti della temperatura terrestre non solo come possibilità ma come certezza, anche se le cose cominciano a cambiare.

L’ultimo rapporto, pubblicato dal United Nations Environment e dalla Fondazione Europea per il clima, ha suggerito che i livelli di emissioni di gas serra sono attualmente circa il 14% superiori rispetto ai limiti da raggiungere entro la fine del decennio. La relazione arriva sulla scia di uno studio sui cambiamenti climatici presentato martedì a Ginevra dall’ Organizzazione Meteorologica Mondiale, in cui si afferma che la civiltà umana ha pompato circa 375 miliardi di tonnellate di anidride carbonica in atmosfera fin dagli albori dell’era industriale. “Questi miliardi di tonnellate di anidride carbonica addizionale nell’atmosfera vi rimarranno per secoli, causando un ulteriore riscaldamento per il pianeta e con un inevitabile impatto su tutti gli aspetti della vita sulla terra“, dichiara il segretario generale Michel Jarraud , “Le emissioni future solo peggiorare la situazione.”

Domenica scorsa, la Banca Mondiale ha pubblicato un rapporto che suggerisce che la temperatura potrebbe aumentare di ben 4 gradi entro la fine del secolo anche se i paesi rispetteranno i modesti impegni di riduzione delle emissioni che hanno sottoscritto.

E sembra quasi un paradosso che, mentre gli sforzi per ridurre l’intensità di carbonio, o la quantità di emissioni per unità di PIL, delle economie del mondo stanno facendo passi avanti, lo stanno facendo così lentamente che i risultati sono davvero trascurabili. Anche raddoppiando il nostro attuale tasso di decarbonizzazione, si arriverebbe comunque a emissioni coerenti con 6 gradi di riscaldamento entro la fine del secolo. Per arrivare al 50% di possibilità di riuscita sarebbe necessario un miglioramento di sei volte nel nostro tasso di decarbonizzazione.

I rapporti dunque prospettano che l’economia globale avrebbe bisogno di ridurre l’intensità di carbonio complessiva del 5,1% ogni anno per i prossimi 40 anni, riduzione che non è stata mai più raggiunta se non l’anno successivo alla Seconda guerra Mondiale. Se teniamo poi conto che le economie in espansione, quali la Cina e l’India, dipendono dai combustibili fossili, tali riduzioni sono estremamente improbabili.

Secondo una importante società di consulenza globale, la PricewaterhouseCoopers: “I governi e le aziende non possono più non tenerne conto. Gli investimenti in attività a lungo termine o di infrastrutture devono affrontare scenari più pessimistici. I settori che forniscono cibo, acqua, energia devono assolutamente rivedere le logiche della loro catena di distribuzione.”

La mancanza di azione sul cambiamento climatico minaccia di rendere il mondo che i nostri figli erediteranno un mondo completamente diverso da quello in cui viviamo oggi“, ha detto il Presidente del Gruppo della Banca Mondiale Jim Yong Kim in una dichiarazione che accompagna la relazione. “Il cambiamento climatico è una delle sfide più grandi del singolo di fronte allo sviluppo, e abbiamo bisogno di assumerci la responsabilità morale di agire per conto delle generazioni future, specialmente i più poveri“, e ricorda che i rischi del riscaldamento globale includono la disintegrazione della calotta antartica occidentale che porterebbe ad un rapidissimo innalzamento del livello del mare , al degrado dell’Amazzonia e sarebbero drasticamente colpiti gli ecosistemi, i fiumi, l’agricoltura.

Nessun modello scientifico è in grado di prevedere con precisione la risposta del pianeta. Alcuni esperti rimangono fiduciosi – anche se sempre con cautela – che un azione decisa potrebbe ancora prevenire le conseguenze più terribili , anche se dicono che la finestra temporale per per farlo non resterà aperta a lungo.

Sostenendo sia troppo tardi potremmo facilmente assistere ad una profezia che si avvera. Detto questo, il vero problema è se abbiamo o meno la volontà politica ” ha dichiarato Michael E. Mann, climatologo e direttore del Earth System Science Center all’ Università della Pennsylvania.

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