L'Inferno scorre sui binari: il fallimento del trasporto pubblico italiano

22 Dicembre 2012
Maria Melania Barone
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Editoriale di Maria Melania Barone

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Oggi una donna partenopea ha dichiarato dinanzi alle telecamere del TG Regionale: “Il nostro non è un paese democratico e si vede dai servizi”. Quando non funziona il trasporto pubblico infatti gli studenti non possono raggiungere le Università per fare gli esami o seguire le lezioni, i medici non possono attaccare il loro turno al pronto soccorso, i lavoratori non riescono a timbrare il cartellino in tempo. Quando mancano i trasporti, in sostanza, mancano i servizi.

NAPOLI A PIEDI – Quando l’Inferno esiste questo brucia sotto Natale: le strade si affollano di mezzi privati i marciapiedi invasi da nuvole di smog. E’ a Natale infatti che i lavoratori si aspettano la tredicesima ed è sempre a Natale che scoprono di non poterla avere esattamente come non possono avere lo stipendio durante tutto il resto dell’anno. Lavoro gratuito o pagato solo al 50%. Succede per esempio ai dipendenti della Sepsa che oggi hanno sospeso il servizio perché non è garantita la tredicesima.

Oggi l’inferno scorre proprio sui binari come quelli su cui dovrebbero circolare i treni della Sepsa che gestisce le linee della Cumana e della CircumFlegrea. Sono due linee necessarie alla metropoli: una unisce infatti l’area flegrea al capoluogo campano, l’altra unisce i paesi a nord della città.

Scandalosa è la situazione della Circumvesuviana. I treni serali vengono puntualmente soppressi. La linea “Bartolo Longo- Centro Direzionale” è stata chiusa per quasi 10 giorni “per assenza di materia prima”, come ci fanno sapere dalla stessa sede centrale dove la “materia prima” equivale a “treni”.20121222 trr

Questa è la situazione dei dipendenti del trasporto pubblico di Napoli. I trasporti su gomme invece non versano in condizioni migliori: i pendolari aspettano alle fermate dopo qualche ora passata ad aspettare la vesuviana che è stata puntualmente soppressa. I mezzi che dovrebbero coprire la tratta si trovano invece nei depositi con gli autisti che si rigirano i pollici. Anche per loro la situazione è precaria. Nel 2012 l’ANM ha raggiunto il culmine della sua crisi con oltre il 50% dei mezzi fermi nei depositi, senza soldi per pagare le assicurazioni degli autobus e senza soldi per mettere la benzina. Intanto l’assessorato ai trasporti della Regione Campania è stato commissariato e poi le promesse… sempre le stesse promesse: Il comune avrebbe stanziato 4 milioni di euro per le assicurazioni, la Regione avrebbe coperto i fondi… ma sono sempre i fondi a mancare.

SALERNO – A Salerno la situazione dei trasporti ormai si fa sempre peggiore. Dopo aver stanziato milioni di euro per la costruzione della metropolitana, si scopre che questa non ha mai aperto. I treni che dovrebbero collegare il salernitano con la città di Napoli, quando non vengono soppressi, registrano sempre quei 30-40 minuti di ritardo.

LOMBARDIA e ROMA – In Lombardia un software lascia a terra i pendolari e gli avvocati chiedono un risarcimento: oltre 2 mila euro a passeggero. A Roma la metro B prevede la chiusura entro l’estate a Napoli invece si rimanda costantemente l’apertura della Metro che dovrebbe collegare tutta la città, dalla zona universitaria a Piazza Municipio, dalla periferia al centro città.

Chi ci rimette sono sempre loro: i cittadini. Anziani che non hanno assistenza materiale dal comune e che sono costretti a recarsi da soli negli ospedali per fare gli accertamenti periodici, quelli per cui erano in lista da mesi, quelli per cui dovranno pagare 56 euro di ticket (salvo esenzione).

VAL DI SUSA – Situazione capovolta in Val di Susa dove i fondi invece ci sono, eccome se ci sono. Miliardi di euro stanziati per la Torino Lione, una tratta che dovrebbe sventrare montagne radioattive avvelenando i cittadini. Il tutto per raggiungere Parigi con 20 minuti di anticipo.

EPPURE LA CRISI ci ha insegnato che è l’efficenza e l’innovazione a farci uscire dal tunnel. Innovazione che dovrebbe guardare lontano, alla costruzione di un futuro che, a quanto pare, non passa sui binari del nostro paese perché il biglietto della nostra innovazione vale 20 minuti di anticipo in direzione Parigi e passa su dei binari che costano 1200 euro ogni centimetro.


Credit Photo : il Mattino

L'AUTORE
Giornalista pubblicista nasce a nel cuore di Napoli ma vive in molte città italiane, dopo aver compiuto studi umanistici si interessa al mondo editoriale con particolare attenzione alla politica, ambiente e geopolitica.
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