Asteroide di S.Valentino: il più grande che abbia mai sfiorato la terra

20 Febbraio 2013
Valentina Sanseverino
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Mentre il mondo assisteva allibito all’impatto del “piccolo” asteroide sul suolo sovietico, due astronomi italiani, Paolo Ochner e Domenico Nardiello, osservavano con il telescopio Schmidt 67/92 dell’Osservatorio dell’Inaf a Cima Ekar, ad Asiago, il più grande corpo celeste mai passato così vicino alla terra.

asteroide2012 DA14, questo il nome dell’asteroide meglio noto, dato il momento in cui ha sfiorato il nostro pianeta, come “Asteroide di San Valentino”, è stato avvistato alle ore 20.25 (ora italiana) del 15 febbraio mentre sfiorava la Terra da appena 27.600 chilometri. Fotografato chiaramente anche dall’ osservatorio Gingin nell’Ovest dell’Australia, 2012 DA14, a differenza del suo “piccolo fratellino” che ha terrorizzato la Russia, era da lungo atteso: gli astronomi di tutto il mondo, lo hanno atteso da oltre un anno ed hanno seguito con attenzione tutta la sua traiettoria.

Nel suo incontro ravvicinato il «2012 DA14» è stato nuovamente misurato, confermando la taglia di 45 metri e valutando la sua velocità in otto chilometri al secondo, meno della metà dell’asteroide caduto al mattino in Russia che era di 18 chilometri al secondo. “Ma abbiamo analizzato le traiettorie dei due corpi celesti – ha sottolineato Paul Chodas del Near-Earth Object program office al Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa – e fra loro non c’era alcun legame: solo una coincidenza cosmica e per questo il 15 febbraio è stata una giornata eccitante. Nelle statistiche rimarrà un record perché due eventi di per sé rari si sono manifestati invece nello stesso giorno”.

thumbSe fosse stato il 2012 DA14 a schiantarsi sugli Urali, dunque, le conseguenze sarebbero state di gran lunga più disastrose. “Asteroidi della taglia del 2012 DA14 potrebbero cadere sulla Terra una volta ogni 1200 anni – ha ricordato Don Yeomans, esperto del settore al Jpl della Nasa dopo il transito – innescando una catastrofe globale analoga a quella che ha annientato i dinosauri 65 milioni di anni fa. L’energia liberata dallo scoppio sarebbe di 2,5 megaton vale a dire una potenza 150 volte superiore alla bomba atomica di Hiroshima”.

Invece la roccia, descritta come “non molto brillante e di forma allungata di 20 metri per 40, con 60 metri di diametro per 130mila tonnellate di peso”, che a contatto con la gravitazione terrestre ha cambiato la propria orbita, prima fuori da quella di rotazione della Terra intorno al Sole, è passata senza lasciare traccia e tornerà a sfiorare il nostro pianeta, secondo i calcoli degli scienziati, non prima del 2046. Ma gli astronomi non lo temono: anche in quella data, dicono, non dovrebbe arrecare danni al nostro piccolo pianeta. Che invece farebbe bene a tenere gli occhi aperti su Apofis, l’asteroide che si avvicinerà alla terra prima nel 2029 e poi nel 2036: second gli scienziati, la sua seconda visita potrebbe essere pericolosa “Ma per quella data troveremo una soluzione” assicurano.

Il passaggio dell’Asteroide di San Valentino ha permesso agli addetti ai lavori di studiare più da vicino uno dei 9.604 NEO (Near Earth Object) corpi celesti battezzati così perché la loro orbita li porta nel nostro circondario: di questi 1.381 sono considerati potenzialmente pericolosi (PHA, Potentially hazardous asteorids) perché, date le loro dimensioni contenute, nel loro transito sono molto influenzati dalla forza di gravità dei pianeti e se intervenisse una piccola variazione di traiettoria potrebbero caderci addosso.

Rassicurante..






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