5 miti da sfatare sullo stress

30 Marzo 2013
Laura Elisa Rosato
Per leggere questo articolo ti servono: 3minuti

stress5 miti da sfatare sullo stress: è ovunque, imputabile a situazioni diametralmente opposte, dal traffico dell’ora di punta alla sindrome da stress post traumatico . Così insidioso da essere sommersi dalle più disparate consulenze di stress management.

 

Dana Becker,, docente di scienze sociali, nel suo libro “One Nation Under Stress:. The Trouble With stress come idea” ( una nazione sotto stress: il problema alla base dell’idea dello stress) cerca di sfatare alcuni miti che circondano lo stress.

 

1. Sonno regolare, esercizio fisico e una dieta equilibrata aiutano a ridurre lo stress

Tutto dipende da ciò che si intende per stress, attribuibile ugualmente a situazioni non soggette al nostro controllo come la disoccupazione o a sentirsi sopraffatti dall’ansia.

 

Di sicuro prendersi cura di sé contribuisce al nostro benessere ma non sarà la mezz’ora passata sul tapis roulant o i broccoli al vapore ad attenuare lo stress. Se questo è il nostro obiettivo, sarebbe meglio individuare le cause alla base dello stress piuttosto che concentrarsi sugli stati emozionali che ne derivano.

 

La tendenza sembra essere, al contrario, occuparsi più della gestione degli effetti. Il messaggio comune – di medici, personal trainer, psicoterapeuti, e persino delle nostre madri – è che se siamo in grado di gestire il nostro stress saremo pronti ad affrontare qualsiasi cosa. Soluzioni facili che trascurano totalmente le cause e di sicuro mangiare frutta e verdura non gioverà ad una stressata madre single di 3 figli che fa la pendolare ogni giorno ingegnandosi per il matching dei mezzi poiché un ritardo gli costerebbe il lavoro.

 

2. Lo stress rende le persone più vulnerabili alle malattie

I media spesso sostengono che lo stress cronico potrebbe anche ucciderci. I medici a volte gonfiano il nesso tra stress e malattie cardiovascolari e gli psicologi non sono mai stanchi di ribadire il legame tra stress e depressione, si finisce così per convincersi che lo stress, a qualunque livello, possa nuocere alla nostra salute.

I docenti di psicologia Suzanne Segerstrom e Gregory Milleranalyzed, che hanno condotto più di 300 studi sullo stress e il funzionamento del sistema immunitario, non hanno trovato alcuna prova che lo stress renda le persone in buona salute suscettibili alla malattia. In realtà, hanno concluso che il sistema immunitario è estremamente flessibile e in grado di gestire anche quantità ingenti di stress, senza destabilizzarsi. Ciò non vale per chi soffre di stress cronico, per anziani e le persone malate: di sicuro lo stress può arrivare a produrre drastici cambiamenti nel sistema immunitario senza che necessariamente i soggetti che ne soffrono giungano ad ammalarsi.

 

3. La maggior parte delle persone esposte a eventi traumatici sviluppano lo stress post-traumatico

 

L’idea che la sindrome da stress post traumatico sia una reazione normale ad eventi drammatici è un’idea che ha preso piede a partire dalla metà degli anni ’80. Ma la maggior parte delle persone che hanno vissuto eventi traumatici non la sviluppano. Il 60% degli adulti americani dichiara di aver avuto almeno un’esperienza traumatica ma solo una minima percentuale soffre di stress post traumatico ( tra il 6,8% e 7,8%). Accettare la sofferenza come parte del vissuto, come fanno altre culture, sarebbe un passo avanti piuttosto che insistere a sostenere che si tratti sempre e comunque di disturbi psichiatrici.

4. Uomini e donne rispondono allo stress in modo diverso a causa delle differenze genetiche e ormonali.

Per più di un decennio, le differenze nelle risposte delle donne e degli uomini allo stress sono state collegate all’ ossitocina, ormone rilasciato durante la gravidanza e dopo il parto. Di certo c’è solo la differenza di reazione allo stress ma come sottolinea l’epidemiologa Sarah Knox della West Virginia University ciò non equivale a stabilire che dipenda da differenti risposte ormonali.

 

5. Se le donne imparano a gestire meglio lo stress, saranno in grado di risolvere i conflitti tra lavoro e famiglia.

Dal 1970,ovvero da quando le donne della classe media sono entrate a far parte a tutti gli effetti della forza lavoro sono state inondate di consigli su come gestire lo stress e come combinare famiglia e lavoro. Il dibattito si è focalizzato sulle scelte delle donne: con un lavoro flessibile o un telelavoro tutto tornerà al suo posto. Fosse così semplice. Il cuore del problema risiede nella errata considerazione delle cure parentali: un’attività a tempo pieno sottovalutata e mal retribuita.

Lavorare per produrre cambiamenti politici e sociali a beneficio delle donne e dei bambini di sicuro toglierebbe loro gran parte dello stress.


//

SOSTIENI IL PROGETTO!
Sostienici
Quanto vale per te l’informazione indipendente e di qualità?
SOSTIENICI