I Food Share: la piattaforma on line per chi ha bisogno di cibo

12 Aprile 2013
Aurora Scudieri
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i foodTi è rimasto del cibo nella credenza e non vuoi buttarlo via? Mettilo on line e dallo a chi non ne ha! La crisi sviluppa alla massima potenza la solidarietà che, sposata con le altissime potenzialità della rete, potrebbero salvare il mondo, o anche solo qualche famiglia siciliana in difficoltà.

Si chiama I Food Share ed è una nuova piattaforma on line nata un mesetto fa che mette in contatto chi ha cibo in eccedenza con chi invece ne ha bisogno. Prima in Italia, seconda nel mondo, dopo la tedesca Foodsharing.de, da cui trae ispirazione. Accedendo alla piattaforma di Ifoodshare singoli cittadini, famiglie, associazioni, aziende private, aziende agricole, ong, parrocchie ed enti sociali possono inserire i prodotti che desiderano donare, completi di descrizione e data di scadenza, e creare così la propria cesta alimentare. A quel punto, i potenziali beneficiari possono farne richiesta e accordarsi con l’offerente per uno scambio sull’uscio di casa oppure scegliendo la sede di un ente sociale come luogo di raccolta e di ritiro.

Un’iniziativa giovane creata da Daniele Scivoli, Francesco Perticone, Daniela Lirosi e Elisabetta Di Benedetto quattro ragazzi tra i 25 e i 35 anni residenti a Caltagirone, in provincia di Catania.

L’idea è venuta alla fine del 2012, momento in cui ci siamo domandati se quella solidarietà, così intensa durante il periodo natalizio, potesse essere resa quotidiana attraverso un servizio capace di facilitare all’occorrenza l’incontro tra la domanda e l’offerta” spiega Elisabetta Di Benedetto. “Uno dei nostri obiettivi è coinvolgere in questo nuovo processo di solidarietà la rete delle Caritas, le parrocchie e tutte quelle realtà attive sul territorio che rappresentano dei punti di riferimento per le persone che non hanno abbastanza di cui mangiare e che dunque è molto probabile non possano neanche accedere a internet”.

Secondo le stime della Confcommercio, sono 4 milioni le persone, in Italia, “assolutamente povere”. Le mense della Caritas sono sempre più sature ma c’è anche chi in fila per un panino non ci si vuole mettere, per pudore, e rischia di morire di fame.
1,3 miliardi di tonnellate è la quantità di cibo che viene dispersa o sprecata a livello internazionale secondo i dati pubblicati dalla FAO nel 2011. Nel paesi sviluppati, gran parte di questo spreco avviene a livello di distribuzione e consumo domestico. “Il cittadino è per noi l’attore di un nuovo paradigma di comportamento e l’idea di mettergli a disposizione una piattaforma facile da usare va incontro al desiderio di responsabilizzarne i modi e l’atteggiamento” continua Elisabetta.

Per la consegna dei prodotti – spiega Daniele Scivoli, fondatore di I Food Share – ci pensano direttamente le persone che si sono mandate i messaggi. Noi non ce ne occupiamo, ci pensano i liberi cittadini attraverso un sistema di messaggistica interna che permette di concordare le modalità di consegna o ritiro. Il nostro obiettivo principale è infatti quello di creare il contatto tra l’offerta e la domanda.”

I Food Share è un’associazione senza scopo di lucro. La sezione “volontari” è aperta a chiunque, in ogni parte d’Italia, desideri dare il proprio contributo. Polenta, pasta, caffè, sale, acqua e i biscotti tra i prodotti che vengono distribuiti al momento. In un mese e mezzo di vita sono circa una trentina i soggetti che hanno richiesto e ottenuto aiuto alimentare.

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