Soderbergh: “Il mio film troppo gay per il cinema”

16 Maggio 2013
Chiara Amendola
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candelabraL’ultima fatica di Steven Soderbergh, “Behind the Candelabra”,  in concorso al Festival di Cannes dovrà accontentarsi del piccolo schermo. La storia del pianista Wladziu Valentino Liberace, attore, entarteiner e pianista americano di origini italo – polacche e della sua relazione con Scott Thorson è stata definita troppo eccessiva dalle major statunitensi che si sono rifiutate di investire nel progetto.

Lo rivela il regista in conferenza alla 66esima edizione del Festival del Cinema.

La pellicola, finanziata infine dalla HBO, sarà quindi distribuita solo in tv.

Un peccato visto il cast di tutto rispetto. Nei panni di Liberace un insolito Michael Douglas nel ruolo di Thorson invece un impeccabile Matt Damon.

Liberace divenne famoso in America, ed in tutto il mondo tra gli anni 50 e 70, non solo come artista ma anche per il suo stile di vita stravagante ed il suo look sui generis. Ha sempre negato la sua omosessualità, facendo causa a chi lo definiva tale. Negli ultimi anni della sua vita il compagno lo portò in tribunale pretendendo gli alimenti come una ex moglie, morì di AIDS nel 1987.

Il film, liberamente ispirato alla biografia dell’artista, si concentra proprio sui suoi ultimi dieci anni di vita. Soderberg non rimpiange la distribuzione mancata e si dichiara soddisfatto di essere giunto sulla “croisette”:  “Sono felice che il film sia in concorso a Cannes, per certe cose gli europei sono molto più avanti di noi americani e sono orgoglioso di aver potuto raccontare questa storia anche con toni leggeri, quella dei due protagonisti è una relazione tragica ma con contorni grotteschi”.

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