Caffeina durante la gravidanza provoca danni nello sviluppo del cervello del feto.

25 Settembre 2013
Aurora Scudieri
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caffè incinta Un nuovo studio parla dei grossi danni provocati dalla caffeina nello sviluppo del cervello durante la gravidanza.

Molte sostanze, come l’alcol, la nicotina e la cannabis, se ingerite in eccesso durante i 9 mesi di attesa, hanno un effetto negativo sulla costruzione del cervello del feto: possono provocare un ritardo mentale nel piccolo, dei danni psichiatrici e molto altro.
Ma non sono solo queste sostanze ad essere dannose. Anche la caffeina, contenuta nel caffé, nel thé, nella cioccolata, nella Coca cola e nelle bibite energetiche sembra essere fortemente dannosa durante la gravidanza.

Fino ad oggi gli studi compiuti su uomini ed animali non avevano dato risultati definitivi. Ma una recente ricerca svolta prima sui topi di sesso femminile incinta e poi su 50mila donne norvegesi ha dimostrato una forte correlazione tra il consumo di caffeina e un peso molto basso del bambino alla nascita.
L’OMS raccomanda alle donne in dolce attesa di non consumare più di due o tre tazze di caffè al giorno.

“Siamo rimasti sorpresi nello scoprire che la molecola A2A ha un ruolo molto importante nella costruzione del cervello” spiega uno dei ricercatori del laboratorio Inserm che ha condotto lo studio.

“Come ogni organo la costruzione del cervello segue delle regole e dei tempi molto precisi, le cellule si moltiplicato e si assemblano in modo complesso per date origine alle differenti regioni del cervello. – prosegue il ricercatore – Alcuni neuroni nascono in alcune regioni molto particolari e devono inseguito spostarsi verso le regioni nelle quali sono destinati a funzionare. Abbiamo scoperto che quando si impedisce alla molecola A2A di funzionare la velocità della migrazione di certi neuroni viene dimezzata”.

“Sappiamo da molto tempo che la caffeina è una sostanza naturale che impedisce la molecola A2A di funzionare. Nelle cavie femmine con un consumo elevato di caffè durante la gestazione le cellule neurorali arrivavano nella loro regione definitiva con tre giorni di ritardo, una differenza che creava dei disequilibri che si traducevano in danni sul cervello e una maggiore facilità delle piccole cavie nate da questa gestazione a soffrire di attacchi epilettici. Una volta diventate adulte le cavie presentavano anche dei deficit nella memoria”.

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