"Vi aiuto a trovare lo stile che fa per voi": intervista alla stylist Marianna Armellino

23 Gennaio 2014
Veronica Valli
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Marianna

In tutte le questioni importanti, lo stile è essenziale” amava dire Oscar Wilde. E deve aver abbracciato questa filosofia anche la giovane stylist Marianna Armellino, che sullo stile e in particolare, sull’aiutare le persone a trovare quello più adatto, ha improntato la sua carriera. Torinese, 28 anni, dopo la laurea in giurisprudenza Marianna si trasferisce a New York, dove decide di seguire la sua vera passione, la moda, iscrivendosi al Fashion Institute of Technology, lavorando parallelamente alla Lavazza per mantenersi agli studi. Trasferirsi nella Grande Mela e seguire il proprio sogno è stata una scommessa che la Armellino ha vinto alla grande e che probabilmente la ha spinta a mettersi ancora alla prova ritornando in Italia, in questo periodo così difficile al livello lavorativo e non solo ma il suo talento e la sua determinazione saranno di sicuro una garanzia di successo anche in questa nuova sfida.

La professione dello stylist è particolarmente affascinante ed è una delle più ambite tra gli appassionati di moda. Che cosa hai studiato per diventarlo?

Il corso che ho frequentato è quello di Consulenza di immagine al Fashion Institute of Technology di New York. In realtà, c’è un margine labile tra stylist e consulente di immagine, poiché il primo lavora principalmente durante le sfilate o gli shooting fotografici, soprattutto vestendo modelle, mentre il secondo si occupa principalmente di privati. Un consulente di immagine lavora con una persona a 360 gradi, quindi dal taglio di capelli allo stile degli abiti, intraprendendo un vero e proprio percorso anche con risvolti psicologici, sia che si tratti di aiutare qualcuno a scegliere il look per un evento particolare, sia che si tratti di selezionare per lui capi per la vita quotidiana. La figura del consulente di immagine purtroppo in Italia è poco conosciuta; dietro c’è un lavoro pazzesco, anche perché ci sono delle regole piuttosto rigide da rispettare e al di là del buongusto, c’è una vera e propria scienza alle spalle di questa professione. Sappiamo che l’apparenza al giorno d’oggi è importantissima, specie per chi fa un lavoro che lo porta spesso a contatto col pubblico. Per questo, affidarsi a un consulente in questi casi può essere la scelta vincente, senza contare che fa anche risparmiare tempo e denaro, perché consente di fare acquisti mirati e sempre utili.

Come mai hai deciso di tornare in Italia?

C’è da dire che stare negli States è difficile, avevo un visto di due anni grazie a Lavazza, perciò quando sarebbe scaduto sarei dovuta comunque tornare. Ma al di là di questo e di quanto mi sia piaciuto lavorare in America, sono voluta rientrare perché in un certo senso trovo questa situazione di crisi che stiamo attraversando anche stimolante in un certo senso, mi spinge a voler fare qualcosa di concreto per il mio Paese, a dare il mio aiuto.

Sei laureata in Giurisprudenza ma poi hai preso una direzione lavorativa diametralmente opposta, com’è stato il tuo percorso?

La realtà è che volevo una laurea ma non sapevo bene che fare e così ho preso la via che ritenevo più facile, iscrivendomi quindi a Giurisprudenza, facoltà nota anche per offrire un ampio ventaglio di possibilità lavorative. Presto ho capito che però questi studi non facevano per me ed ho fatto di tutto per terminarli rapidamente e sono riuscita a laurearmi molto presto. Sono sempre stata una persona un po’ inquieta, sapevo che le professioni legali non erano la mia strada ma non sapevo dove orientarmi. Ho sempre amato la moda ma confesso che la passione per lo styling è nata per gioco. Poiché facevo fotografie, in particolare ritrattistica, mi trovai a scattare alcune fotografie a delle amiche e in quell’occasione, curai anche la loro immagine, scegliendo abiti e accessori. Capii così che quello poteva essere il mio futuro, perciò, una volta a New York, non ho avuto esitazioni nell’iscrivermi al Fashion Institute.

Se dovessi dare dei consigli di stile generici a qualcuno, che cosa gli diresti?

La prima cosa da suggerire è l’attenzione ai colori. Spesso e volentieri le persone non sanno sceglierli, si focalizzano più sul taglio dell’abito, sul modello, che sulla tinta, è un errore molto comune ma fatale. E’ fondamentale scegliere un colore che ci stia bene, ci valorizzi. Poi consiglierei di far attenzione al taglio di capelli, in particolare partendo dalle linee del viso, dalle quali si può capire qual è l’acconciatura più adatta. Poi naturalmente i suggerimenti da dare sono molti ma prima si deve procedere con un’analisi complessa e dettagliata della persona, che aiuti a capire che tipo di stile deve adottare.

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Invece se dovessi vestire una celebrità, con chi ti piacerebbe lavorare?

Dico subito Cate Blanchett! La adoro e la trovo meravigliosa. Il suo stile mi piace già molto, sarebbe bello poter lavorare con lei. Un’altra star che mi piacerebbe vestire ma di cui lo stile mi piace meno è Charlize Theron. Anche lei è meravigliosa ma spesso le sue mise lasciano molto a desiderare, un vero peccato.

Parliamo un attimo di politica ma sempre dal punto di vista dello stile. Secondo te, qual’è il personaggio della politica italiana che veste meglio e quale peggio?

Beh, la domanda non è facile! Innanzi tutto, per gli uomini è sicuramente più facile, perché basta un completo classico, una scarpa stringata è il gioco è fatto. Per quanto riguarda le donne, direi che non mi piace molto come vestono Daniela Santanché e Rosy Bindi, mentre ad esempio Mara Carfagna veste bene ma sempre in maniera estremamente classica ma non spicca più di tanto perché non ha uno stile che la contraddistingue. Tendenzialmente preferisco chi ha stile, chi si differenzia dalla massa. Ad esempio, mi piace molto Oscar Giannino, i cui look saranno sicuramente discutibili ma denotano tantissima personalità.

Concludiamo con un suggerimento più che una domanda. Che consiglio daresti a chi desidera intraprendere la tua professione?

Innanzi tutto, conoscere se stessi. Conoscere il proprio stile, quello personale e mai omologato e soprattutto, essere persone in grado di ascoltare tantissimo. Nel lavoro di consulente di immagine il saper ascoltare è fondamentale, perché non ci si può mai imporre sul cliente ma bisogna immedesimarsi in lui. Solo così lo si può aiutar al meglio a far emergere la sua personalità, a trovare il suo stile. 

Il sito ufficiale di Marianna Armellino

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