Nazismo e multinazionali: due sistemi storicamente compatibili

10 Febbraio 2014
Giovanni Pili
Per leggere questo articolo ti servono: 6minuti

Quando furono aperti i lager, gli abitanti limitrofi vennero fatti sfilare dagli americani, per mostrare l’orrore che si celava all’interno. Scordarono di chiamare anche gli azionisti delle loro società.

coca-cola-olimpiada-1936

Prima della sua ascesa al potere Hitler ebbe a che fare con un paese attraversato da una crisi economica devastante. Come fece a riprendersi? Oggi siamo in grado di dare una risposta parziale, anche per il muro di omertà che si leva a difesa della reputazione di alcune multinazionali che esistono ancora tutt’oggi: Sulla Coca Cola e la American Express è molto difficile raccogliere materiali sui loro rapporti con l’economia tedesca, mentre più la società oggi è in crisi o meno prominente sul mercato, maggiori sono i dati che saltano fuori; come nel caso della Hugo Boss o della Kodak. Qualcuno si chiede ancora come mai i bombardamenti alleati risparmiarono le linee ferroviarie che trasportavano i prigionieri verso i lager. La risposta è semplice: Le multinazionali, che finanziavano “chiunque” in nome dei propri azionisti, volevano proteggere i loro investimenti e fecero pressioni nel governo e nei partiti americani, affinché i loro affari non venissero minacciati.

IG Farben (Bayer)

201px-IG_Farben_Logo_001.svgColosso della chimica tedesca ebbe un ruolo importante nello sterminio di 10milioni di persone nei lager nazisti. Nasce nel 1925 dalla fusione di diverse imprese chimiche. Dopo l’acquisizione nazista viene coinvolta nella produzione del famigerato Zyklon B con cui verrano uccisi milioni di “indesiderabili”. Dopo la caduta del regime cessa le sue attività e viene sequestrata dagli Alleati, gran parte dei suoi dirigenti vengono arrestati e impiccati a seguito del Processo di Norimberga. Nel dopoguerra da essa nascono società come la Bayer, specializzata in prodotti farmaceutici. Ufficialmente la sua esistenza cessa solo nel 2003.

Hugo Boss

tumblr_mnw9mudFpV1s9o8mso1_1280

Il grande stilista è da sempre considerato sinonimo di grande moda in Germania; pochi sanno che fu la sua azienda a fornire uniformi alla Wehrmacht e alle SS, per lui furono costretti a lavorare come schiavi gli internati dei lager. Il primo a diffondere questo triste passato è stato lo storico Roman Koester, dell’Università dell’Esercito Tedesco a Monaco. E’ stata proprio la Hugo Boss a commissionare lo studio di Koester, chiedendo così scusa. I suoi studi sono pubblicati nel libro Hugo Boss, 1924-1945. Voci di corridoio affermano che lo stilista sarebbe stato anche il sarto dei gerarchi del Reich, Hitler compreso. Del resto Boss si iscrisse anche al partito nazista. Dopo la disfatta fu processato e condannato a pagare una multa di centomila marchi, scampando la prigione. Hugo Boss sostenne di aver aderito al nazismo per mera convenienza (non sappiamo fino a che punto questo possa salvare la sua reputazione) ma Koester sostiene che fosse invece un nazista convinto. Quel ch’è certo è che la sua casa di moda fosse in crisi e ottene nuova linfa vitale proprio dalle commesse del regime.

Kodak

Kodak-1935Le controllate della società Eastman Kodak in Germania giocano un ruolo importante durante la guerra. Continueranno ad importare dagli Stati Uniti bobine e materiali chimici per la realizzazione di filmati. I ricavi aumentarono durante i primi anni di guerra, le sue attività riguardano anche la fabbricazione di inneschi, detonatori e altro materiale militare. Il governo americano si guarda bene dall’ostacolarne gli affari. Anche la Kodak non disdegna l’uso degli schiavi impiegati nei lager. Un portavoce della società, interrogato su questi imbarazzanti trascorsi ha affermato che i ricavi ottenuti col lavoro schiavile sono finiti nel fondo tedesco per le vittime del lavoro forzato. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti non ha mai espresso commenti a riguardo, per quanto il suo ruolo fosse stato fondamentale nel fare in modo che la Kodak sfuggisse all’embargo commerciale contro la Germania.

Standard Oil Company (Esso)

StandardOil-logo-small-darkIl suo massimo dirigente, Walter C. Teagle vuole estendere gli affari della famiglia Rockefeller in tutto il mondo, compresa la Germania di Hitler, dove rivaleggia col colosso chimico IG-Farben. Il blocco navale degli Alleati non sembra intaccare minimamente le navi della Standard Oil, la quale continua a fornire di carburante la macchina bellica del Reich. Solo con Henry Truman verranno imposte finalmente delle sanzioni, ma ormai la guerra era finita. Del resto la SOC riforniva anche l’esercito americano.

General Motors

Image: US government selling rest of General Motors sharesNel Brandenburgo esisteva uno stabilimento della Opel che produceva mezzi civili, allo scoppio della guerra e senza nessun problema, la produzione civile viene convertita nella produzione di mezzi militari per l’esercito tedesco. Nasce così l’Opel Blitz, il celebre mezzo di trasporto delle truppe tedesche usato per le annessioni ben prima della guerra e che rappresenterà la “spina dorsale della Wermacht”. Mentre infatti molti altri mezzi vanno in panne, l’Opel Blitz supera brillantemente qualsiasi prova. Tutto ciò sarà reso possibile dal responsabile GM per i rapporti con l’estero James D. Mooney. Costui per i meriti acquisiti sarà anche insignito con l’Ordine dell’Aquila, la massima onorificenza per uno straniero nella Germania Nazista. Nel 1941 la società riceverà anche un attestato dai tedeschi in cui si dichiara che “senza l’aiuto della Opel, non sarebbe stato possibile continuare la guerra”. Al contempo la GM fornisce tutto il supporto alla macchina bellica americana.

Ford

imagesNel 1921 Henry Ford pubblica un libro intitolato L’ebreo internazionale con cui si guadagna le simpatie di Hitler. Uno dei massimi sostenitore dell’irregimentazione dei lavoratori nella catena di montaggio è stato anche un antisemita che simpatizzava per il regime dello sterminio scientifico nel sistema concentrazionario più spaventoso mai filmato; quando si dice “coincidenze”. Ford sarà un grande finanziatore del partito nazista che sosteneva il “fordismo” nelle fabbriche. Gli affari con Hitler si intensificano con commesse riguardanti la produzione di 100mila mezzi militari. Poco prima dell’annessione dei Sudeti, Ford fornisce a tempo di record 1000 camion. Per questi importanti servizi l’imprenditore americano verrà insignito dell’Ordine dell’Aquila, Ford al contrario dei suoi colleghi non fornisce “chiunque”; è costretto certamente ad avere una parte nell’industria bellica americana, ma rifiuterà sempre di aiutare gli altri paesi alleati. Con lo sviluppo del sistema dei lager Ford pagherà profumatamente ogni SS che gli fornirà degli schiavi da impiegare nei suoi stabilimenti. Non sembra comunque che i governi alleati ne abbiano a male: Colonia viene bombardata nel 1942, ma gli stabilimenti Ford non subiscono danni. Pare che in tutta la Germania il modo migliore per sfuggire ad un bombardamento fosse correre a ripararsi in uno stabilimento del “nemico”.

IBM

27007650d2a80bde06ead17c8ead7d1935f6c930Infine, ma non meno importante, il ruolo della società americana leader nella produzione di hardware. Il governo tedesco sarà un cliente importante della IBM, interessato ai suoi calcolatori. Presto verranno fondate delle filiali come la Dehomag. Il fondatore della società, Thomas Wotson, è un fervente nazista, finanziò Hitler ben prima che salisse al potere. Anche lui sarà Insignito dell’Ordine dell’Aquila. La Dehomag avrà una parte importante nel censire e sterminare ebrei, zingari, omosessuali e altri “indesiderati” attraverso il sistema dei lager. E’ ben noto che i tatuaggi numerici sul braccio degli internati sono possibili grazie ai loro calcolatori. I nazisti li chiamano Hollerith Machine. In tutti i territori occupati i nazisti vengono affiancati da esperti Dehomag e IBM. Nessun dirigente IBM ha mai pagato per i suoi crimini.

Se assecondare i mercati è considerata la miglior politica, prendiamo atto che la più adatta è il nazismo.

in-arrivo-un-imminente-collasso-finanziario-L-9Zg48pIl problema di fondo – tipico della nostra attualità – è che se non si trovano dei responsabili specifici allora si tende a non vedere alcun crimine. E’ vietato fare paragoni, così da un lato abbiamo i regimi totalitari a responsabilità centralizzata; dall’altro abbiamo regimi con altrettanto totalizzanti (se non di più) dove la responsabilità viene diluita e generalizzata. Così non esistono responsabili e si cancella anche il crimine. Molto comodo, per quanto psicotico.

Storicamente il nazionalsocialismo si è dimostrato il miglior metodo di sintesi tra le istanze politiche e quelle dei mercati, come dimostrano i grandi affari delle multinazionali fin qui citate; solo una parte di quelle che contribuirono all’orrore nazista.

Esperimenti importanti come quello di Milgram degli anni ’50 dimostrano inoltre che nessuno è immune dall’essere coinvolto in politiche criminali, è sufficiente che ad assumere la guida siano dei “tecnici”, persone considerate “competenti”, anche in nome di “sacrifici”. Se questo è il futuro sarebbe meglio fermarsi a pensare un modo diverso di intendere il “bene comune”.

L'AUTORE
SOSTIENI IL PROGETTO!
Sostienici
Quanto vale per te l’informazione indipendente e di qualità?
SOSTIENICI