Tweet misogino di Paolo Barnard: "Le donne sono tutte troie"

3 Marzo 2014
Giovanni Pili
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Prima il messaggio shock, poi le scuse: E’ stata «quella troia di mia figlia».

«Le donne sono tutte troie», è la battuta misogina che compare in un tweet di Paolo Barnard. E’ quasi l’una del mattino e il messaggio lascia intendere una sbronza colossale. (link)

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Poi un’ora dopo le scuse, che non ci sembra migliorino molto la situazione, visto che da della troia a sua figlia. (link)

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I suoi fan reagiscono in modo variopinto, qualcuna – alludendo ad un bluff – afferma che ammettere di aver scritto sotto i fumi dell’alcol sarebbe stato meno peggio. Ed effettivamente ne conveniamo. Non escludiamo, ovviamente, che il profilo sia stato hackerato e che quindi anche le scuse siano un finto messaggio, anche se fin’ora non ci risultano avvisi da parte del giornalista. Vi terremo aggiornati.

E’ di oggi la notizia che Barnard sia fuori dal format di La7 La gabbia, ecco come circostanzia il tutto dal suo blog :

Come volevo dimostrare. L’umanità sui Social Network non esiste, perché il Pentagono ha inventato Internet per annullare l’umanità.

Vi spiego: io sono ‘porco’ su Twitter perché voglio rispecchiare un mondo di porci, uomini e donne, che non hanno più nulla nel cuore. Ma non viene capito. Dalle donne meno che da chiunque altro. Le donne… questa razza campione su cui dire la verità costa la vita (come con Israele).

E le donne della redazione de La Gabbia di Paragone insorgono. Lui mi chiama indignato. Devo chiedere scusa alle donne, dice lui.

Poi un certo Cruciani, un prodotto del retto di un cane, per fare audience a La Zanzara de Il Sole 24 Ore, incita la Magistratura a perseguirmi per aver difeso la sofferenza della gente, e il futuro dei bambini, dal massacro di diritti e di destino delle elite di speculatori dell’Eurozona. Feci un appello alla Guardia di Finanza di non massacrare le piccole e medie attività italiane che sono in agonia terminale. Ma Cruciani incita a rovinarmi la vita, e lo fa in tre trasmissioni consecutive.

Io il coraggio di essere rovinato l’ho messo di mio, ma uno che soffia sul fuoco della rovina della mia vita per fare audience è sterco di cane. Io vivo con la pensione di una donna di 90 anni, mia madre, dopo essere stato cacciato dalla RAI, Corriere, Repubblica, Micromega, Rizzoli e da  tutti, perché io dico la verità per difendere le persone dal massacro, difendere le persone qui, in Africa, in Palestina. Vivo con una pensione di una novantenne. Se vengo denunciato non posso difendermi, non ho i soldi. E lo sterco di cane Cruciani, per fare audience, soffia sul fuoco del mio rischio.

Allora io gli ho scritto che se lo vedo io faccio l’Uomo, e gli smonto la faccia (poi ci penserà il chirurgo plastico). Perché la violenza? Perché non rimane altro contro lo sterco di cane del Potere di Confindustria, io non ho altri mezzi, e un Uomo alla fine fa l’Uomo.

Paragone non ha capito neppure questa. Sono fuori da La Gabbia.

Mariarca Terracciano è il mio Sindacato. 

 

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