Maurizio Solieri: ecco il primo ep della Solieri Gang

15 Aprile 2014
Laura Berlinghieri
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Si dice che tutte le grandi storie d’amore prima o poi finiscano e così è stato tra Vasco Rossi e Maurizio Solieri, storico chitarrista del Blasco, al suo fianco per oltre trent’anni, ma che dal prossimo tour estivo smetterà di accompagnare il Komandante dal vivo.
Ma nulla è perduto. Ce l’ha assicurato lui stesso: per i tanti amanti del Vasco anni ’80 e dei riff che hanno contribuito a costruire la storia del rock made in Italy c’è la Solieri Gang, band di recente formazione che, oltre al già citato Solieri, vede tra le sue fila musicisti del calibro di Max Gelsi, ex bassista di Elisa, Lorenzo Campani, il “Gobbo” di Notre-Dame de Paris di Riccardo Cocciante, Mimmo Camporeale, tastierista della Steve Rogers Band e del Vasco degli inizi, e Ivano Zanotti.
E’ da poco uscito il primo ep della band, Non si muore mai, che comprende anche tre brani del primo e unico album da solista di Solieri, Volume One.
Ecco la nostra intervista a Maurizio.

Rispetto ai brani di Volume One, i tre inediti dell’ep hanno segnato un  passaggio verso un rock più soft, a tratti quasi pop, e il ruolo della chitarra è più defilato rispetto a quello a cui ci avevi abituato. E’ una scelta dettata dallo stare in un gruppo  in cui i singoli strumenti hanno pari “dignità”?

Qui si parla di una band con membri in grado di personalizzare il proprio suono. E in più abbiamo un vero, grande cantante, autore dei testi, capace di registri diversi e sempre credibilissimo, soprattutto nel cantare in Italiano. Quindi, in questo progetto ho privilegiato la scrittura e la “forma canzone”, che comunque è sempre la prima cosa a cui penso, prima di eventuali arrangiamenti e parti di chitarre.
Il progetto è nato velocemente, alla fine di ottobre 2013, e nella prima settimana di novembre era già registrato, mixato e masterizzato. Non si muore mai e Segni sono stati i primi pezzi che ho affidato a Lorenzo e di cui lui ha scritto i testi. Schegge impazzite, invece, era un brano che veniva da un suo album solo e che abbiamo inserito nel nostro cd per dare più corposità a quello che inizialmente doveva essere un singolo e che poi via via è diventato un mini-album. Questa scelta, ampiamente caldeggiata dalla nostra etichetta discografica, l’Ala Bianca (distribuita dalla Warner), ci ha così consentito di distribuire l’ep anche nei negozi e non solo negli store virtuali.

La formazione della Solieri Gang è piuttosto eterogenea per background musicale.  Cosa vi ha spinto a mettervi insieme?

Max è un super session-man e passa con indifferenza dal rock al funk e al pop, per cui non ci sono problemi. Lorenzo ha un background ricchissimo che va dai musical come Notre-Dame de Paris con Cocciante, ai Frontiera, band con cui ha fatto alcuni dischi e ha aperto parecchi concerti di Vasco negli stadi, fino alle tribute band degli Aereosmith e dei Queen. E poi lui lavora anche molto in studio, per backing vocals, jingle pubblicitari e altri progetti. L’anno scorso ha anche partecipato al talent show The Voice, ma quello è stato un modo per farsi conoscere di più a livello popolare e, d’altra parte, di questi tempi purtroppo è l’unico modo per tentare una carriera.

Questo ep può intendersi un lavoro di presentazione della band in attesa di un album vero e proprio?

L’idea che ho avuto fin dall’inizio è stata quella di andare in studio ogni tot di mesi per realizzare velocemente un paio di pezzi, come molti artisti nel mondo stanno facendo. Poi, quando si hanno 10 o 12 pezzi si compone l’album, come avveniva negli anni ’60.
Il fatto è che il grande pubblico è pigro ed è ormai abituato ad ascoltare la musica in lo-fi sui computer e sui telefonini.

Come sono nati i tre brani?

Di Schegge impazzite ti ho già parlato. Tra l’altro il testo è scritto da Andrea Righi, che con Roberto Casini ha suonato con me per tre anni nella primissima Steve Rogers Band (all’epoca di Neve nera, per capirci) che accompagnava Vasco live. E Righi tuttora collabora con Vasco per alcune canzoni in studio.
Non si muore mai (nel demo originale Once upon a time) e Segni (originariamente Rivers of tears) le avevo nel cassetto da anni. Le avevo proposte anche a Vasco, come quasi tutte le canzoni che scrivo, ma non ho mai avuto risposta.

Per quanto riguarda la tua carriera con Vasco, c’è un pezzo che hai scritto e a cui sei più legato?

Lo show, perfetto esempio di connubio tra testo e musica.

Appena si è diffusa la notizia della tua esclusione dal prossimo tour di Vasco, i messaggi di solidarietà e di protesta sono stati unanimi. Hai qualcosa da dire ai tuoi fan?

Sicuramente mi dispiace non essere presente, e questo soprattutto da un punto di vista musicale. Ma aspetto tutti loro ai miei concerti, così almeno adesso la gente saprà che da sempre faccio concerti miei e ho un gruppo che, nonostante le difficoltà e l’indifferenza di molti, voglio portare avanti, perché c’è molta creatività.

Se Vasco te lo chiedesse, torneresti a suonare con lui in futuro?

Non me lo chiederà. Si è chiuso un ciclo che si sarebbe dovuto chiudere già tanto tempo fa e, se io non riesco a collaborare con un artista con cui sono nato, dopo tutte le cose che sono state fatte, si vede che ci sono dei problemi. E non certo da parte mia.
Lunga vita alla SOLIERI GANG!!!!

Ed ecco il video di Non si muore mai, primo singolo della band:

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