Pene femminile: Insetti svelano l'evoluzione dei genitali

18 Aprile 2014
Giovanni Pili
Per leggere questo articolo ti servono: 1minuto

Si tratta di quattro nuove specie di insetti, vivono nelle grotte del Brasile ed hanno una particolarità che ha lasciato a bocca aperta i ricercatori: Genitali invertiti; peni femminili e vagine maschili.

o-FEMALE-PENIS-570E’ la prima volta che si riscontrano apparati riproduttivi di questo tipo in natura. Erano già noti casi di inversione sessuale, dove un maschio diventa femmina e viceversa (veri e propri casi di animali transgender) mentre qui assistiamo ad una sorta di “via di mezzo”. Le nuove specie appartengono al genere Neotrogla; tra i suoi scopritori c’è il Prof. Kazunori Yoshizawa, dell’ Università di Hokkaido:

«Queste donne rappresentano probabilmente le femmine più “macho” tra gli animali scoperti fino ad oggi».

La parte più difficile è cercare di spiegare come funzionino esattamente questi genitali invertiti, si tratta della variazione di un paradigma ch’è alla base della nostra psiche fin dalla nascita, tanto da generare problemi ancora duri da superare quando si tratta di casi spinosi come la transessualità. Immaginiamo le conseguenze che questa scoperta avrebbe potuto generare se fosse avvenuta solo cinquant’anni fa.

Tornando a bomba, nell’accoppiamento coi genitali invertiti la vagina maschile contenente lo sperma viene penetrata dal pene femminile, detto gynosome, il quale funziona come una “cannuccia”, che la femmina usa per “succhiare” il seme. Devono divertirsi parecchio, visto che l’amplesso dura dalle 40 alle 70 ore. (Sic!)

o-NEOTROGLA-570Dai loro studi i ricercatori hanno potuto formulare un’ipotesi riguardo l’evoluzione dei genitali nel regno animale:

«Gli organi sessuali degli insetti e l’inversione dei ruoli sessuali possono essere stati guidati nel tempo dall’ambiente delle grotte, povero di risorse, in cui gli insetti vivono».

Infatti, l’accoppiamento non ha in questi insetti la sola funzione riproduttiva; lo sperma fornisce anche sostanze nutritive alle femmine. Lo studio è stato pubblicato sul National Geographic e Current Biology, ma ovviamente non è ancora definitivo, molti sono gli interrogativi attorno a questa sorprendente scoperta, ed altri ne arriveranno. Vi terremo aggiornati.

L'AUTORE
SOSTIENI IL PROGETTO!
Sostienici
Quanto vale per te l’informazione indipendente e di qualità?
SOSTIENICI