Tutti chippati entro il 2024?
Torna in auge, in un sito che non citeremo per non regalargli pubblicità, la bufala del chip sottocutaneo.
Tutto parte da una dischiarazione di Leslie Saxon capo del Dipartimento di Cardiologia della Keck School of Medicine:
«Entro dieci anni i neonati riceveranno un tatuaggio contenente un microchip in grado di monitorare tutti i parametri vitali».
Per quanto riguarda invece il nostro conto in banca, le preferenze negli acquisti, l’orientamento politico e sessuale, ci pensano già le spie del NSA, attraverso i social network. Non c’è bisogno di spendere palate di denaro pubblico per chippare la gente. Oltre a questo ci teniamo a far notare che la Saxon non è il ministro della sanità di alcuna potenza mondiale, né può parlare a nome di un fantomatico “governo mondiale”, che ci aspettiamo usi metodi più intelligenti e meno ecclatanti per “controllarci tutti”.
Il chip servirebbe a controllare i parametri vitali di una persona, un po’ come avviene già oggi con gli astronauti – si tratterebbe di un’altra delle tante tecnologie che dobbiamo all’esplorazione spaziale – non ci sembra sia il caso di allarmarci più di quanto non faccia il nostro smartphone, che di dati, ben più sensibili, ne regala a palate tutti i giorni ai database dei colossi del Web.
Nessuno ci impone di chippare i nostri bambini, così come nessuno ci impone di comprare un cellulare che faccia altro al di là delle telefonate.
Chi si sente perseguitato la smetta di usare Internet; è il luogo meno indicato per non essere intercettati dagli Uomini in Nero. I complottisti sarebbero più tranquilli e noi saremmo invasi da un numero nettamente inferiore di scemenze.