Presto i Pannelli Solari di Google nelle nostre case

24 Aprile 2014
Giovanni Pili
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Da tempo si discute sull’opportunità di applicare il modello del Web alle reti energetiche; è il modello di Smart City così com’è stato teorizzato da diversi economisti, primo fra tutti Jeremy Rifkin.

fotovoltaico-investimenti-googleCosì non dovrebbe apparirci così strano se una compagnia impegnata nelle energie rinnovabili come la SunPower stringe un accordo con Google per l’acquisto di pannelli fotovoltaici, che verranno impiantati nelle case dietro contratto d’affitto.

L’iniziativa è stata già lanciata in Borsa, sul NASDAQ; si tratta di un affare da 250milioni di dollari, destinati all’acquisto e all’installazione di panneli fotovoltaici. Google ha messo nel piatto 100milioni. In questo modo le due società si prendono in carico l’onere di effettuare tutte quelle procedure burocratiche e finanziarie che tutt’oggi scoraggiano molti proprietari di immobili a buttarsi in quello che – ben lungi dall’essere un salto nel buio – rappresenta un investimento sicuro, che promette di poter guadagnare con l’energia prodotta, oltre a incrementare il valore della propria casa.

Kojo Ako, uno dei massimi esponenti di Google spiazza tutti col suo comunicato:

«Siamo lieti di collaborare con SunPower per rendere l’energia solare accessibile a più proprietari di case, e di offrire alle famiglie un modo più efficace per ridurre [l’inquinamento]. Google è impegnata a promuovere l’ uso efficiente delle risorse e ampliando l’ utilizzo di energie rinnovabili. La nostra partnership con SunPower fa buon uso degli affari e supporta i nostri obiettivi per un futuro di energia pulita».

Gli fa eco il CFO di SunPower, Chuck Boynton:

«Siamo lieti di collaborare con Google per contribuire a rendere il solare accessibile a più famiglie e consentire loro di avere il controllo dei costi energetici … Con maggiore e crescente interesse , il solare è affidabile e conveniente, sia per le imprese che per i proprietari di immobili, la leadership di Google sta aiutando a [diffondere questa tecnologia]».

Del resto il colosso del Web non è nuovo ad iniziative in favore della ricerca e diffusione delle energie rinnovabili – per via del business che l’idea di Smart City può comportare – fino ad oggi ha investito 1miliardo di dollari in progetti sviluppati in tre continenti. Nell’insieme l’energia prodotta potrebbe alimentare ben 500.000 abitazioni negli Stati Uniti.

Perché il concetto di Smart City è così conveniente per una società che vive nel Web?

smart-city-memori.previewTutto ruota attorno al problema dell’ottimizzazione del rilascio energetico, dato che le rinnovabili generano rilasci discontinui e non disponiamo ancora di accumulatori efficienti – anche se in tutto il mondo si stanno facendo notevoli progressi – l’idea di Rifkin è quella di usare la rete internet, applicando anche il modello peer to peer e open source alla rete energetica delle città; facendo di queste un organismo dove tutti i suoi elementi sono in simbiosi ed il rilascio energetico viene monitorato da appositi browser che renderanno le abitazioni e i quartieri pienamente intelligenti. Il fatto che società come Google si dedichino alle rinnovabili è dunque un messaggio positivo; ci aspettiamo che presto anche le concorrenti – Facebook, per esempio – raccolgano la sfida.

In un futuro che ci auguriamo prossimo, il lavoro che i grandi movimenti del 900 non sono riusciti a fare con la forza, potrebbe essere portato a compimento in modo “soft” da Internet e dalla consapevolezza che con la fine delle risorse fossili non è più possibile sostenere un sistema egoistico, fondato sulla precarietà.

Per maggiori approfondimenti sull’argomento invitiamo alla lettura di un nostro precedente articolo dedicato alle energie rinnovabili.

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