Ricercatori italiani si tuffano sui mari di Titano

25 Aprile 2014
Giovanni Pili
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Non è proprio consigliabile un bagno nei mari di Titano, satellite di Saturno, se non altro perché sono fatti di metano liquido, etano e azoto.

titan-ligia-mare1Roberto Seu, Marco Mastrogiuseppe e Valerio Poggiali del team di ricercatori alla Sapienza di Roma probabilmente ci risponderebbero ch’è questione di gusti. Loro infatti in quei mari ci si sono “immersi” eccome.; stando alle loro ricerche “le acque” sono pure limpide. Per la precisione hanno misurato la profondità del mare di Ligeia. Mastrogiuseppe ha descritto il loro lavoro all’ANSA:

«Per la prima volta abbiamo potuto misurare direttamente la profondità di un mare alieno … Abbiamo verificato che questo mare vasto quanto il nostro mare Adriatico, non supera 200 metri di profondità e che contiene circa 5.000 miliardi di tonnellate di idrocarburi».

I risultati si devono al prezioso aiuto della Sonda Cassini grazie ad una unione di forze tra NASA,ESA e ASI (Agenzia Spaziale Italiana). Questa è la cifra di quanto lontano possiamo arrivare nello studio delSistema Solare. La prossima “nuotata” è prevista nel mare di Kraken, assieme ai colleghi della Cornell University e del Jet Propulsion Laboratory della NASA. L’obiettivo finale sarà quello di realizzare una mappatura completa dei fondali di Titano.

Oggi sicuramente non varrebbe la pena investire in un viaggio per prelevare idrocarburi da Titano, ma in futuro con il miglioramento delle tecnologie astronautiche potrebbe diventare conveniente farlo, magari realizzando delle piattaforme per la raccolta di combustibile destinato a rifornire le astronavi durante i loro tragitti. Solo fantascienza, per adesso, come il Nautilus o il viaggio sulla Luna raccontati da Giulio Verne durante la Belle Époque.

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