Fuleco, mascotte dei Mondiali, in via di estinzione

17 Giugno 2014
Aurora Scudieri
Per leggere questo articolo ti servono: 1minuto

 

Mondiali mascotteVi piace Fuleco, la tartarughina mascotte dei Mondiali del Brasile? Lei, ora così famosa grazie alla manifestazione calcistica, sarebbe però da anni in via di estinzione.
Questa bestiolina brasiliana, chiamata Tolypeutes tricinctus, che si trasforma in palla per proteggersi quando ha paura, rischia infatti di sparire.
Grande 27 cm, si nutre di formiche e termiti e, negli ultimi dieci anni, ha perso oltre un terzo della propria popolazione.

Considerata specie già scomparsa, nel 1988 viene riscoperta ma resta nella lista rossa delle specie minacciate stilata dall’Unione internazionale per la conservazione della natura.
A provocarne l’estinzione la caccia ma soprattutto la violazione del suo habitat naturale, la caatinga. Questa foresta nella quale vive la bestiola, estesa per 800 000 km2 nel nord est brasiliano, subisce infatti da anni un violento disboscamento al fine di produrre legno per riscaldarsi, inserire piantagioni di biocarburanti e allevare il bestiame.

L’associazione Caatinga, ONG che mira a proteggere l’ambiente, situata nello Stato di Ceara ha proposto alla Fifa di scegliere proprio questa bizzarra tartaruga a tre bande come mascotte, per darle visibilità e quindi cercare di Mondiali mascotte 1bloccare i danni all’ecosistema.

Fuleco, il cui nome unisce in portoghese “football” ed “ecologia” però fino ad ora non ha fatto il suo dovere. “Non ha fatto alcun discorso sull’ambiente ne reso noto che viene minacciata. Molti non sanno neppure che Fuleco è una tartaruga”, spiega Rodrigo Castro, presidente dell‘associazione Caatinga,La Fifa ha autorizzato marchi a vendere prodotti con il Fuleco, tra cui un milione di peluche fabbricati in Cina ma neppure un centesimo è stato destinato alla protezione del suo habitat.”

La scelta di Fuleco come mascotte – invece secondo la FIfaavrebbe aiutato a prendere coscienza in Brasile sulla condizione delle tartarughe a tre bande e sulla classifica delle specie a rischio”.
Ma alle associazioni non basta. Queste infatti avevano chiesto alla Fifa e alla presidente brasiliana Dilma Rousseff di proteggere e tutelare 1 000 ettari della foresta Caatinga per ogni gol segnato durante la competizione.
“Volevamo che la scelta della tartaruga come mascotte non fosse solo simbolica ma contribuisse effettivamente a preservarla e a prendersi cura dell’ambiente”, afferma José Alves Siqueira, professore all’università di São
Francisco di Bahia. “Così facendo la Fifa ed il governo brasiliano avrebbero
potuto togliere la tartaruga dalla lista rossa e proteggere migliaia di ettari”.

SOSTIENI IL PROGETTO!
Sostienici
Quanto vale per te l’informazione indipendente e di qualità?
SOSTIENICI