Mangialajo: "Vi spiego perchè avvengono gli incendi a Canneto di Caronia"

28 Luglio 2014
Maria Melania Barone
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“La misteriosa entità che si sposta e che brucia qualsiasi cosa incontri” potrebbe avere una spiegazione scientifica, anzi, ce l’ha sicuramente, il problema è capire quale. A dirci cosa sta succedendo nel sottosuolo della terra sicula è un fisico dal curriculum inattaccabile: Marzio Mangialajo, ex dipendente del CISE ed ex ricercatore universitario oggi in pensione.

Caronia-2Caronia potrebbe essere tutto fuorchè un mistero. Dopo l’articolo sul paesino del messinese distrutto dagli incendi che si susseguono senza un motivo apparente, Young.it raggiunge il fisico Marzio Mangialajo che ci aveva detto di avere una teoria che spiegherebbe il mistero degli incendi di Canneto di Caronia non come un fenomeno geologico, ma fisico al 100%. Si tratterebbe non di elettromagnetismo, bensì di un fenomeno elettrostatico come aveva ricordato anche il professor Martella anni addietro. La teoria sostenuta dal fisico Mangialajo si basa su una scoperta del Professor Freund, uno scienziato austriaco naturalizzato americano, che ai tempi della pubblicazione lavorava presso il Dipartimento di Fisica dell’ Università di San José (USA) e che ora lavora presso il SETI. Gli studi del Professor Freund sono  FF_PhysChemEarth_Understanding Freund_Current and surface (QUI) e Freund_Current and surface (QUI). Il suo studio più importante, che è quello sostenuto da Mangialajo è “Current and surface potential induced by stress-activated positive holes in igneous rocks”, firmato da A. Takeuchi, B.W.S. Lau and F.T. Freund.

Chi è il Dottor Mangialajo? Iniziamo col dire che si tratta di un fisico dal vasto curriculum: dopo essersi laureato in Fisica presso l’Università di Torino, si trasferisce a Milano dove viene assunto come ricercatore al CISE (allora Centro di ricerca nucleare della aziende elettriche private e quindi diventato di proprietà dell’ENEL). A Milano, per conto del Cise, il dott. Mangialajo si occupava della sperimentazione di Fisica del Reattore nell’ambito del Progetto Cirene oltre a prestare assistenza all’Esercitazione di Fisica sia all’Università che al Politecnico. Quando il progetto Cirene passò in fase realizzativa, Mangialajo ha cominciato ad occuparsi di problemi energetici con un distacco di un anno presso il CNR – Progetto Finalizzato Energetica. Quando è stata approvata la moratoria nucleare invece, ha mantenuto i contatti per conto del Cise presso gli enti finanziatori romani e, in parte, comunitari.

Ma qual è la teoria che lei sostiene? Cosa provocherebbe gli incendi nella sfortunata frazione di Canneto di Caronia?

Fra un corpo carico elettricamente ed uno metallico la scintilla scocca quando la differenza di potenziale supera un certo valore. Quelli che viaggiano sono sempre gli elettroni (negativi), Se il corpo carico è positivo gli elettroni partono da quello metallico, se invece il corpo carico è negativo gli elettroni partono da lui. In più c’è da comprendere il ruolo della linea ferroviaria.

La linea ferroviaria, a detta dell’Assessore Alfieri, si trova ad un livello superiore rispetto alle case e scorre parallelamente al paese. Comunque c’è un fatto incontrovertibile: gli incendi non si sono mai verificati a monte della ferrovia, se non uno sporadico e incerto caso risalente a 10 anni fa. Quindi?

Quindi è molto probabile che la ferrovia faccia da tappo per i p-holes. Mi sono occupato di questo problema dal 2004 e ho invano cercato di stabilire contatti efficaci con l’ INGV. Ho scritto vari promemoria per varie agenzie siciliane operanti su internet e ho anche parlato con Venerando. Ma quando è venuta fuori la storia degli alieni e delle armi segrete mi sono molto demoralizzato. Poi quando il pretore di Mistretta ha deliberato che era  un fatto doloso, sulla base della testimonianza di un operatore Telecom che affermava che le guaine isolanti dei cavi elettrici risultavano bruciate dall’ esterno, ho piantato tutto e mi son fatto un piantarello sulla spalle di Freund.

C’è qualche “sintomo” che potrebbe provare la teoria del Dott. Freund e che lei sta difendendo per risolvere il problema di Canneto di Caronia?

Per la cronaca: se si avvicina uno strumento elettrico ad un muro carico positivamente la scarica parte dalla carcassa metallica e i fili interni vengono bruciati dall’esterno.

Interessante, dunque questo spiegherebbe anche quei casi in cui sono state riscontrate delle combustioni esterne che sono state interpretate come “prova dell’azione dolosa”, giusto?

Esatto, ma c’è di più: dopo i fatti di dieci anni fa, furono installati nelle case di Canneto dei rivelatori di fumo, al fine di avvisare tempestivamente gli abitanti dell’inizio di un incendio. Succedeva molto spesso che i rivelatori suonassero, ma di fumo nessuna traccia; la colpa del malfunzionamento fu attribuita a scorrette tarature degli strumenti, ma la realtà era ben altra: i rivelatori di fumo sono in linea di massima costituiti da due elettrodi paralleli, fra i quali viene applicata una differenza di potenziale. Se del fumo s’insinua fra i due elettrodi cambia la conducibilità elettrica dell’aria e fra i due elettrodi passa una corrente elettrica che attiva l’allarme sonoro. Ma quello che succedeva a Canneto, dove gli allarmi suonavano senza fumo, aveva un’origine ancora diversa: se la parete a cui è appeso il rivelatore di fumo viene investita da un po’ di p-holes ovviamente si carica positivamente e questo fatto può determinare una variazione della differenza di potenziale fra i due elettrodi dello strumento, con conseguente entrata in funzione della suoneria. Sui rivelatori di fumo erano state installate delle valvole di sicurezza che consentivano la creazione di piccole scariche elettriche che non erano in grado però di provocare incendi.

Tutto chiarissimo ma c’è un processo che vorrei lei mi argomentasse: una volta che le cariche negative migrano verso l’interno creando buchi positivi e causando, a quanto ho capito, una sorta di implosione elettrica, in che modo avviene la scintilla? Quando esternamente si creano degli eccessi di carica positiva anche nelle zone non soggette a compressione, che succede? La scintilla in che momento avverrebbe?

FreundIl suo messaggio contiene molti quesiti ai quali posso rispondere, ma devo fare delle premesse. Comincio dal meccanismo scoperto da Freund, con una breve premessa relativa alla struttura della materia: la materia è costituita da molecole. Una molecola è costituita da più atomi, uguali o diversi fra loro. In ogni atomo c’è un nucleo con un numero variabile di elettroni che gli girano attorno. Gli elettroni e i nuclei dei vari atomi di una molecola interagiscono fra di loro, determinando la stabilità della molecola stessa. Gli elettroni sono molte migliaia di volte più leggeri dei nuclei e gironzolano all’interno della molecola. Tenga presente che i nuclei sono carichi positivamente e gli elettroni sono invece cariche negative.In condizioni normali una molecola non ha una carica elettrica, perché la carica positiva dovuta ai nuclei è, in numero, uguale a quella degli elettroni che fanno parte della molecola. Freund ha scoperto che comprimendo una lastra di roccia lungo un asse perpendicolare alla lastra stessa, le molecole direttamente interessate alla compressione perdono elettroni che emigrano lungo l’asse di compressione. Le molecole che hanno perso elettroni si rifanno prelevandone dalle molecole circostanti non soggette a compressione. Tenga presente che, finché dura la compressione, gli elettroni se ne vanno lungo l’asse ma altri ne arrivano dalle rocce circostanti. E’ chiaro che man mano che dura la compressione, il prelievo di elettroni dalle rocce circostanti continuerà. Ai confini della lastra di roccia le molecole senza elettroni aumenteranno di numero e quindi le pareti esterne della roccia, private di elettroni, saranno sempre più cariche positivamente. Se la lastra è molto grande la densità delle molecole cariche positivamente tenderà a diminuire fino a ridursi a zero e quindi non si avranno problemi di sovraccarico elettrico.

Un attimo, andiamo per gradi. Riassumendo il meccanismo dovrebbe essere questo: una lastra di roccia viene compressa lungo un asse perpendicolare, gli elettroni (negativi) migrano accumulandosi lungo l’asse di compressione. Le molecole private di elettroni li prendono a loro volta dalle molecole circostanti per poi perderli nuovamente a causa della compressione. Questo genera un accumulo di cariche positive chiamate p-holes (positive holes) costituite dai nuclei. Ma cosa c’entra questo con l’incendio? In che modo avviene la fiamma? Questo fenomeno può essere considerato una sorta di elettromagnetismo naturale?

Freund, migrazione di elettroni negativiA Canneto i muri delle case si comportano come le rocce e si lasciano spillare elettroni dalle rocce del fondo marino, evidentemente in collegamento con le rocce compresse che possono anche essere distanti diecine o centinaia di chilometri dalla spiaggia e sotto il fondo marino. I muri di Canneto si caricano positivamente quando arrivano i p-holes (in America chiamano così il buco lasciato da un elettrone in una molecola).Se il fenomeno madre (la compressione) va avanti nel tempo, la carica elettrica dei muri crescerà fino a livelli di pericolo. Se si avvicina un metallo ad un muro ricco di p-holes gli elettroni del metallo stesso si sposteranno, per attrazione elettrostatica, verso la parte del metallo più vicina al muro.Se il muro seguita ad essere privato degli elettroni perché la compressione continua la sua carica elettrica positiva aumenterà ed aumenterà anche la carica elettrica negativa del metallo vicino al muro. E’ evidente che se il processo va avanti prima o poi gli elettroni del metallo partono verso il muro provocando la cosiddetta scarica elettrica che a sua volta è causa degli incendi dei materiali infiammabili coinvolti dalla scarica.Sostanzialmente sono solo e sempre gli elettroni negativi che si muovono. Elettroni positivi non ne esistono in natura (anche se gli uomini hanno inventato il positrone). I p-holes  sono la carica elettrica positiva che si forma in una molecola quando gli si porta via un elettrone. Di elettromagnetico non c’ è niente.

Quindi se si tratta di un problema “fisico”, come mai ancora una volta sono stati coinvolti i geologi?

Non mi trattino molto male quelli dell’ INGV per quello che sto per dire, ma se i problemi elettrici  li possono risolvere gli ingegneri, quelli più strettamente geologici toccheranno prima o poi a loro.Pensi ad esempio alla concomitanza, ancora tutta da dimostrare, tra attività dell’Etna e terremoti nel basso Tirreno con i fatti di Canneto. Per quanto riguarda la tempistica degli eventi, è evidente l’ importanza del movimento della zolla africana che comporta scorrimenti, compressioni e fratture degli strati interni della zolla stessa. Se la zolla trova un intoppo rallenta ma prima o poi qualcosa si rompe e c’ è il terremoto, se invece sfrega può provocare la formazione di p-holes e così via.  

Significa che quella zona potrebbe costituire un’enorme sorgente elettrica della terra da cui attingere anche, perchè no, energie? Questo procedimento naturale, fisico e semplice potrebbe costituire, essendo quindi replicato, una fonte di energia rinnovabile? Effettivamente se fosse un fatto naturale, dovrebbe essere più o meno continuo, o no?

Per quanto riguarda lo sfruttamento energetico c’è da dire che la lastra compressa si comporta come una gigantesca batteria, ma ci va Lei laggiù per collegarla alla rete Enel? Si corre il rischio di fare il pediluvio nella lava.

Abbiamo visto che il comportamento di questa enorme lastra di roccia, la zolla appunto, adesso proseguiamo. Lei ha proposto la costruzione di un’enorme rotaia che possa fare in modo che le energie prodotte da un eccesso di P-HOLES si scarichino in mare, potrebbe essere una soluzione, ma per quanto concerne gli abitanti di canneto, non potrebbe essere una soluzione più immediata quella di isolare le parti metalliche con della gomma? Oppure mettere un isolante di gomma nei pavimenti o attorno alle mura?

Dieci anni orsono proposi che una rotaia metallica fosse installata fra Canneto e il mare e fosse collegata elettricamente con le rotaie della ferrovia. Questo nella speranza che l’ insieme delle rotaie costituisse una gabbia di Faraday bidimensionale che impedisse ai p-holes di raggiungere le case. Non se n’è fatto nulla! La mia vecchia proposta si basa sulla constatazione che a Monte della ferrovia non è mai successo nulla, ovvero che la ferrovia impedisce l’espansione dei p-holes. Si realizzerebbe una gabbia di Faraday bidimensionale che dovrebbe impedire ai p-holes di raggiungere Canneto. Quando ne parlai (sempre via internet) con Freund questi mi suggerì di fare il collegamento attraverso un amperometro che misurasse eventuali correnti elettriche. Non ho la minima idea su cosa potrebbe succedere sulla spiaggia se la gabbia venisse attivata, né tanto meno sono sicuro che funzioni perché non ho alcun dato in merito allo spessore verticale del terreno interessato al transito dei p-holes in arrivo dal fondo marino. Il fatto che la ferrovia costituisca un blocco efficace può dipendere anche dalla differenza di quota rispetto al livello del mare dei pavimenti stradali di Canneto e di quelli della linea ferroviaria. Comunque vale la pena di provare, perché il costo sarebbe trascurabile. Non mi convince affatto invece l’idea di isolare pareti e pavimenti perché se il fenomeno continua nel tempo i p-holes seguiterebbero ad accumularsi per innescare  prima o poi una scarica che sarebbe allora distruttiva. Molto meglio installare dei rivelatori di fumo in ogni locale (e anche all’esterno possibilmente) che si comporterebbero come valvole di sfogo impedendo l’accumulo.

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L'AUTORE
Giornalista pubblicista nasce a nel cuore di Napoli ma vive in molte città italiane, dopo aver compiuto studi umanistici si interessa al mondo editoriale con particolare attenzione alla politica, ambiente e geopolitica.
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