Cosa sognano i ciechi? Lo racconta 'Il Sogno di Omero'

29 Luglio 2014
Rosa Anna Buonomo
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Il Sogno di OmeroI cantori dell’antica Grecia. Gli aedi. La tradizione li raffigura come ciechi. Omero, il presunto autore dell’Iliade e dell’Odissea, questa cecità la racchiude nel nome: ὁ μὴ ὁρῶν (o mè oròn), ‘colui che non vede’.
Proprio a Omero si ispira il docu-film realizzato da Emiliano Aiello, che vuole raccontare i sogni delle persone non vedenti. Omero: cieco per la tradizione, ma anche il primo a scrivere e a parlare di sogni.
Aiello per la realizzazione de “Il Sogno di Omero”, questo il titolo del progetto, è partito da una ricerca condotta dal Laboratorio del Sonno della Facoltà di Medicina dell’Università di Lisbona, che ha di recente provato che i sogni dei non vedenti dalla nascita sono gli stessi di chi vede.
Contrariamente a quanto ritenuto fino a oggi, i non vedenti sognano colori, paesaggi e figure umane nella fase REM. Il regista, partendo dallo studio portoghese e da un’ulteriore ricerca realizzata dall’Università di Bologna, è riuscito a entrare nei sogni di cinque persone cieche dalla nascita, con l’ausilio di diari incisi su un registratore. Per quattordici mattine, le cinque persone coinvolte si sono svegliate e hanno inciso il loro ultimo sogno su nastro.
La struttura della narrazione nel documentario, ispirata all’Odissea, si snoda attraverso il viaggio di Gabriel, uno dei protagonisti, per ritornare a casa. L’esplorazione viene fatta attraverso i suoi sogni e quelli di Domenico, Daniela, Fabio e Rosa, che rappresentano le figure cardine del poema omerico. Le loro vite diventano cinque capitoli di uno stesso libro, che al risveglio pongono interrogativi su empatia, distanze e diversità.
Per la realizzazione del progetto è partita una campagna di crowdfunding, attraverso la piattaforma Indiegogo. Obiettivo: essere totalmente indipendenti e coinvolgere il pubblico sin dalla fase produttiva del docu-film. La campagna di raccolta fondi andrà avanti fino al 17 agosto. Il progetto è supportato dal Centro Produzione Audiovisivi dell’Università Roma Tre e dalla casa di produzione indipendente Tfilm.

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