Pubblicità, ditta americana vende minigonne con liceali mezze nude

18 Agosto 2014
Aurora Scudieri
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minigonne pub

Pubblicità senza pudore quella di una marca di vestiti americana che mette in scena delle collegiali in forma un poco spinta.
La American Apparel, dopo la partenza, a giugno, del suo direttore implicato in un caso di violenza sessuale, torna al centro delle polemiche a causa di una serie di pubblicità molto osée che si è trovato obbligato a ritirare.

Con il titolo back to the school (ritorno a scuola), la pubblicità mostra una ragazzina della quale si vede la sua gonna da collegiale tirata su in modo tale da mostrare da mostrare i suoi indumenti intimi. Altri clic mostrano un’altra giovane ragazza in posa con una minigonna a scuola. Con queste foto American Apparel mirava a promuovere le proprie minigonne e le magliette corte che lasciano scoperto l’ombelico.

Le pubblicità hanno scatenato la polemica in Inghilterra, dove diverse associazioni in difesa dei minori hanno chiesto il ritiro delle immagini. “Troviamo la cosa odiosa. Si usa la pornografia infantile per vendere. La sessualità di un bambino non può mai essere giustificata” spiega Peter Bradley, di una di queste associazioni “le pubblicità erano rivolte a bambini dai 16 anni in giù. Mi chiedo se la dirigenza d’American Apparel lascerebbe la propria figlia indossare quelle minigonne?”.
La campagna non + piaciuta neanche nel mondo della Moda. “American Apparel: le loro gonne per il ritorno a scuola alimentano i fantasmi intorno alla Lolita e al sessismo” scrive un blogger di moda su Twitter. “American Apparel ci risparmi le liceali” implora un’altra giornalista inglese sul Guardian.

Polemica anche sui social network dove gli utenti sottolineano come “American Apparel ama sconvolgere, è la sua strategia di vendita” ma “questa campagna è davvero pericolosa” spiega un utente.

Nel 2008, infatti, American Apparel aveva scelto una attrice di porno per promuovere un altro dei suoi prodotti. Tre anni dopo un’altra pubblicità usava ragazze giovanissime seminude. Ricetta che, a quanto pare fa vendere, dato che nel 2013 la cifra di affari della ditta di vestiti americana è cresciuta del 3% con 634 milioni di dollari (473,6 milioni di euro).

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