Cordyceps Sinensis: la folle corsa alla raccolta del viagra naturale himalayano

22 Agosto 2014
Marta Franceschini
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Ogni estate, quando la neve sulle pendici dell'Himalaya comincia a sciogliersi, gruppi di uomini, donne e bambini abbandonano i loro villaggi per salire fino a 8000 mt di altitudine. Non sono turisti ne' scalatori, ma vanno in cerca di quella che per molti sara' l'unica fonte di sostentamento per tutto l'anno a venire. 

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Si tratta di un fungo dal nome bizzarro, kira jhar, che letteralmente significa “pianta dell’insetto”: un parassita che attacca le larve in attesa di metamorfosi, sottoterra durante i mesi invernali. Una volta entrato dentro il corpo del bruco, il fungo si nutre della sua energia fino a farlo morire, lo mummifica e esce vittorioso dalla sua testa per emergere dal suolo umido nella tiepida primavera himalayana. E qui lo aspettano i raccoglitori, chinati a quattro zampe sul terreno, per estrarlo delicatamente senza rompere la mummia dell’insetto attaccata al suo fusto.

La partecipazione dei bambini e’ dovuta proprio alla delicatezza dell’impresa, dal momento che le piccole dita infantili, istruite dall’esperienza degli adulti, rischiano di fare meno danni al raccolto. E in questo caso nemmeno un grammo puo’ andare sprecato. Infatti un kg di kira jhar vale ufficialmente 30.000 $; ma al mercato nero il prezzo cresce vertiginosamente, fino ad alimentare un giro d’affari annuo che si calcola tra i 5 e i 10 miliardi di dollari, e che coinvolge raccoglitori e trafficanti di quattro paesi: India, Nepal, Tibet e Bhutan.

Cos’ha di cosi’ speciale questo parassita ribattezzato “l’oro dell’Himalaya”? Secondo la medicina cinese e’ un potente afrodisiaco, e pare faccia miracoli contro l’impotenza maschile. A seguire sarebbe efficace per combattere le infezioni, la sciatica, il mal di schiena, l’epatite, la tubercolosi e persino la lebbra. In Cina viene largamente impegato anche per curare la leucemia. Tutto questo, naturalmente, senza nessuna conferma scientifica ufficiale. Ma la fama del viagra himalayano sembra non aver bisogno di riconoscimenti accademici per dilagare, anche perche’ vanta una storia di qualche migliaio di anni.

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La scoperta del Cordyceps Sinensis, nome scientifico del fungo miracoloso, sembra infatti risalga ai pastori tibetani di yak che, gia’ 2000 anni fa si accorsero che i loro buoi, quando mangiavono il kira jhar, diventavano particolarmente energetici. Il suo nome infatti appare nel piu’ antico testo di medicina cinese, “Il classico erbario del divino Plowman”, datato intorno al 200 d.C. Ma sara’ solo il medico personale del primo Imperatore della dinastia Qing che, intorno al 1600, ne scoprira’ le favolose proprieta’ afrodisiache.

Da allora la sua fortuna non ha piu’ smesso di decollare, ma nell’ultimo decennio e’ letteralmente esplosa. Provare, per credere, a fare una ricerca in rete: la ditta che ne gestisce il monopolio, almeno sul mercato virtuale, e’ la Quingdao Ltd, con sede in Cina nello Shandong, e clienti sparsi in tutti i continenti (al primo posto Oceania e America del Nord). Vende solo all’ingrosso, minimo d’ordine un chilo, massimo una tonnellata al mese. Impossibile accedere ai prezzi senza i dati societari dell’acquirente. Tempo di consegna, cinque giorni dal pagamento avvenuto.

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