Cina, troppi decessi nei centri per 'malati del web'

29 Settembre 2014
Aurora Scudieri
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cina pcInternet può diventare una malattia, una ossessione, e così in Cina sono nati dei campi nei quali accogliere e curare i giovani vittime di questo vizio moderno. Peccato che, invece di curare, i campi sarebbero accusati di applicare regole, comportamenti e terapie troppo dure nei confronti degli ospiti, conducendoli, addirittura, alla morte.
Questi centri, nati con lo scopo di curare la dipendenza dal web, diventano così motivo di contestazione nella Repubblica Popolare.

Secondo alcune testimonianze, infatti, verrebbero applicati metodi militari e starebbero aumentando le morti riportate, per suicidio o altri motivi non chiari.

È quindi Internet ad aver ucciso questi giovani? È il mondo virtuale o quello reale, o i terapeuti, o presunti tali, che dicevano di volerli curare?
In molti chiedono la chiusura di questi centri, in Cina. Ma la Repubblica Popolare continua a difenderli precisando che nessuna clinica privata che promette di guarire dalla dipendenza da web è legalmente registrata e che non esistono metodi sicuri che garantiscano la guarigione dal bisogno compulsivo di stare davanti al computer.

Uno dei centri più famosi si trova a Daxing, nella periferia di Pechino, e sarebbe uno di quelli che ha fatto registrare più vittime. In totale in Cina ci sarebbero oltre 400 cliniche e ricoverare un giovane costerebbe dai 500 ai 1000 euro.

Le chiamano “cliniche lager” e, l’ultimo caso che avrebbe fatto traboccare il vaso, sarebbe quello di Pu Liang, ragazzo di 14 anni, ricoverato in ospedale per essere pestato a sangue dagli educatori del centro.
Ricoverato all’Anti-traditional Education Training Center, per la sua dipendenza dal web il giovane ha subito grossi danni ai reni e diverse fratture.
Il caso segue quello di Guangxi Qihuang, un altro giovane ricoverato in una delle cliniche nel sud della Cina, morto in seguito alle violenze subite.

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