Usa, coppia lesbica con figlia mulatta denuncia banca del seme.

6 Ottobre 2014
Aurora Scudieri
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meticciaAmare il proprio figlio oltre tutto. Oltre le leggi della natura che ti impediscono di averlo, oltre le apparenze e il calore della pelle.
Eppure una coppia lesbica americana che ha avuto una figlia mulatta dopo essere ricorsa alla banca del seme ha deciso di denunciare il centro per evitare che un errore del genere possa verificarsi di nuovo.
Jennifer Cramblett e la sua compagna dicono di amare la propria bambina “senza condizioni” eppure hanno deciso di rivolgersi ad un giudice per evitare che la storia “si ripeta” come raccontano alla CNN.

La mamma della piccola Payton ha deciso di denunciare la banca del seme dove è stata fecondata per avergli messo, per errore le sperma di un Afro-americano mentre, con la sua compagna anche essa bianca, desideravano un figlio che gli somigliasse.

Era l’aprile del 2012 quando Jennifer Cramblett, residente a Uniontown, nell’Ohio scopre l errore. Il donatore 380 è di colore. Ma la donna, come racconta il «Chicago Tribune» era già al quinto mese di gravidanza.

A svelare l errore una dipendente del Midwest Sperm Bank. “Mi hanno domandato se avevo chiesto un donatore afro-americano. Io ho detto No, il donatore 380 è biondo, occhi alt e somiglia alla mia compagna. Amanda” racconta Jennifer Cramblett. Ma non è così.

“Il 21 agosto 2012, Jennifer ha dato alla luce Payton, una bella bambina, ma ovviamente mulatta” spiega la denuncia. “Jennifer è molto legata a Payton e Amanda la ama enormemente. Anche se, Jennifer vive ogni giorno con delle paure e incertezze sul suo futuro e quello di Payton”

La coppia teme il razzismo. Uniontown è una piccola cittadina popolata al 98 % da bianchi e gli stereotipi contro i non bianchi sono numerosi. “Vogliamo che nostra figlia cresca in una comunità nella quale si senta accettata, nella quale si senta normale” spiega Jennifer Cramblett. La coppia sta pensando di trasferirsi.

Informata della denuncia la Banca del seme non rilascia comunicati. “Facciamo questo perché quello che è successo a noi non succeda a nessun altro”, afferma Jennifer Cramblett

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