Belgio, divieto per i parrucchieri di parlare di politica e religione con i clienti

21 Novembre 2014
Aurora Scudieri
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parrucchiere Olivier Dachkin,Di cosa parli e sparli quando vai a farti un nuovo taglio o la piega? Del matrimonio della star di turno, del tradimento della tua migliore amica o dell’ulteriore aumento dell’Iva e delle tasse? Se vivi in Belgio durante quell’oretta di relax non potrai più sparlare di politica e di Dio.

La più grande catena di parrucchieri belgi, Olivier Dachkin, ha chiesto al proprio personale di evitare ogni discorso politico e religioso con la propria clientela per non provocare dibattiti pericolosi. In realtà non si tratta di una semplice richiesta. La catena, infatti, “vieta formalmente di parlare di politica o religione” come racconta la rete tv belga RTBF.

Se, dunque, un cliente inizia a commentare l’ultima manovra di governo o una questione religiosa “il parrucchiere deve rapidamente tagliare corto la conversazione e inserire altri temi quali il tempo, il taglio di capelli o la famiglia” spiega la rete televisiva belga.

Prima franchise di parrucchieri belga, Olivier Dachkin ha già 65 saloni in giro per il mondo. Interrogata su questa bizzarra scelta dal sito web fiammingo Het Nieuwsblad, la catena ha affermato “Non si può paragonare un parrucchiere ad un bar, le persone qui vengono per rilassarsi. Che dobbiamo fare se una discussione si indirizza su Allah o Bart De Wever (presidente del partito fiammingo NVA, NDLR)? Vogliamo evitare dibattiti pericolosi”. “Per esperienza sappiamo che i clienti preferiscono parlare della loro famiglia, degli amici e delle vacanze”.

Ma, secondo Jef Vermeulen, dell’Union des coiffeurs belges, questi sono temi inevitabili “In un parrucchiere si parla dei temi quotidiani. Se c’è stato uno sciopero nazionale (..) o un nuovo primo ministro al governo” spiega sempre a Het Nieuwsblad.Un parrucchiere deve saper ascoltare e soprattutto tacere. In questo senso è uno psicologo“.

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