Stati Uniti, aborti in forte calo con 16,9 aborti per 1000 donne

22 Novembre 2014
Aurora Scudieri
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abortoIl numero di interruzioni di gravidanza praticati nel 2011 non è mai stato tanto basso negli Stati Uniti in quarant’anni. A dirlo è uno studio pubblicato dall’istituto Guttmacher, specializzato in riproduzione e favorevole all’aborto. L’analisi, messa on line, verrà stampata nel mesei marzo nel magazine Perspectives on Sexual and Reproductive Health, di Guttmacher Institute.

In totale, 16,9 aborti per 1 000 donne dai 15 ai 44 anni, 1,1 milione in cifre assolute, sono stati eseguiti su un periodo di tre anni. Nel 1973, anno in cui la Corte suprema degli Stati Uniti riconosce l’aborto come un diritto costituzionale, le cifre raggiunsero i 16,3 per 1 000 donne. L’aborto ha avuto il maggior picco nel 1981, con 29,3 interventi su 1000 donne.

Tra il 2008 e il 2011, il numero di interruzioni di gravidanza è calato del 13%, con interventi svolti sempre prima, in tutti gli Stati. Come dimostra lo studio nello stesso periodo il numero di professionisti e di luoghi dove svolgere le interruzioni di gravidanza sono anch’essi diminuiti del 4 % e, solo quelli delle cliniche dell’1%. Ma non è dimostrato che “il calo sia legato ad un calo del numero di prestazioni” spiega Rachel Jones, coordinatrice dello studio.

Inoltre è facile dimostrare che la diminuzione di aborti coincide anche con la diminuzione del numero di gravidanze e di nascite dato che sempre più donne utilizzano metodi contraccettivi e che “la recente crisi ha portato molte coppie ad evitare o posticipare una gravidanza” spiega l’istituto che ha svolto lo studio.

“Come il numero di aborti cala nella quasi totalità degli Stati del paese, il nostro studio non dimostra che la diminuzione nazionale delle interruzioni di gravidanza sullo stesso periodo venga collegato alle nuove restrizioni inserite un qualche Stato” sottolinea Rachel Jones.

L’inchiesta infatti è stata realizzata prima delle nuove norme di restrizione all’aborto votate in diversi Stati e che sono entrate in vigore alla fine del 2011 o più tardi, precisa l’Istituto.

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