Il consumo di latte pericoloso per gli anziani

24 Novembre 2014
Aurora Scudieri
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latte anzianiPer i nostri primi mesi di vita è il nostro primo ed unico alimento ma, in età avanzata, diventa invece nemico del nostro corpo. Il latte non va bene per tutti. Come rivela uno studio gli anziani che ne consumano in grande quantità, infatti, sarebbero più soggetti a fratture e morti premature.

Fonte di calcio il latte, in realtà secondo un recente studio svedese, nei senior consumato in grandi quantità non rinforzerebbe le ossa ma, al contrario, le indebolirebbe mettendoli a rischio di fratture e mortalità. Pubblicata sulla rivista British Medical Journal l’indagine è stata svolta su 60.000 donne e 45.000 uomini dai ricercatori dell’università di Uppsala i quali hanno analizzato il consumo quotidiano di latte, yogurt e formaggio.

I risultati sono stati sorprendenti: una donna che consuma almeno tre grandi bicchieri di latte al giorno ha un rischio di morte 90 % più elevato e un rischio di fratture alle anche 60 % più alto rispetto a quelle che ne bevono meno di un bicchiere al giorno.

Nel presentare le conclusioni dello studio gli studiosi insistono nella prudenza con la quale questi risultati vanno presi dato che si tratta sempre di statistiche che potrebbero, a loro parere, avere una spiegazione logica. Il latte, infatti, a differenza di formaggio, yogurt e latte fermentato, contiene del lattosio che viene trasformato nell’intestino in D-galattosio. E’ stato dimostrato sugli animali che il D-galattosio accelera l’invecchiamento delle cellula e favorisce le infiammazioni croniche. Questo aumenta il rischio dell’aumento di malattie cardiovascolari e del cancro ma anche ad una perdita di densità ossea. Anche altri alimenti, come cereali, frutta e legumi apportano D-galattosio, ma in proporzioni molto inferiori.

Al contrario, “le donne che consumano molto formaggio e prodotti a base di latte fermentato hanno un tasso di mortalità e fratture basso rispetto a quelle che ne consumano meno” ,osservano gli studiosi. Constrariamente al latte questi prodotti non aumentano infatti il rischio di infiammazioni croniche.

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