La felicità cala a 30 anni e torna a salire dopo i 55

28 Novembre 2014
Aurora Scudieri
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felicità anziSe sei felice o no dipende anche dalla tua data di nascita. Uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet svela come il nostro benessere sarebbe come una curva ad « u » che inizia a calare intorno alla 30ina e risale solo dopo i 55 anni.

Il momento nella nostra vita nel quale siamo più felici sono i 20 anni mentre a 30, nonostante ci sia una stabilizzazione lavorativa e familiare, il benessere inizia a calare e risale solo quando i figli lasciano il nido. Il picco, in negativo, però, avviene tra i 45 e i 54 anni.

Svolto da alcuni ricercatori anglosassoni, lo studio analizza l’evoluzione del benessere nelle differenti tappe della vita. Ma cosa si intende per “benessere”? I ricercatori presentano tre varianti: la prima è sentirsi felici e saper gioire dei piaceri della vita; la seconda è il sentimento di sentirsi completi e soddisfatti; la terza il piacere provato per aver dato un senso alla propria vita.

Il benessere, quindi, dipende da quello che viviamo quotidianamento e non sarebbe uguale a 20 o a 40 anni. Basandosi su un largo sondaggio del The Gallup World Poll, svolto in oltre 160 paesi, infatti, gli studiosi hanno scoperto che il livello di felicità varia come una curva. La serenità cala a picco tra i 25 e i 40 anni per risalire solo nella sessantina.

Il risultato sarebbe quello di una curva ad U, come conferma anche uno studio svolto nel 2013 in ambito europeo dagli economisti David G. Blanchflower e Andrew J. Oswald.
Ma perché? E’ possibile supporre che intorno ai 40 anni le responsabilità della vita ci invadano: figli adolescenti che entrano nella vita attiva, prestiti, genitori che invecchiano dei quali bisogna occuparsi…Mentre al lavoro bisogna lottare per ottenere una promozione o semplicemente per non perdere il posto.

Intorno a metà della cinquantina tutte queste pressioni calano e si ricomincia ad apprezzare quello che si ha, anche considerando che la speranza di vita cresce sempre e che invecchiamo sempre meglio, con la possibilità di fare tante cose.
Ma, attenzione, perché questa serenità rinata dopo i sessanta si vive soprattutto nei ceti medio alti di realtà anglosassoni quali Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Irlanda, Australia, Nuova Zelanda. Quegli anziani, insomma, che possono godersi la pensione senza tormentarsi ancora su come arrivare a fine mese. In Europa dell’Est e nell’ex Unione sovietica, infatti, il benessere continua a reclinare con l’anzianità. In Africa, invece, il benessere non varia mai con l’età, e rimane una linea retta.

 

 

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