50 Anni di ESA – Dalle Comete a Marte

29 Novembre 2014
Giovanni Pili
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L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) compie 50 anni. Li dimostra tutti, perché tante sono le missioni e i traguardi raggiunti. Forse si tratta dell’unica organizzazione a livello europeo che chiunque può ammirare senza vergogna.

ECSAT_first_stone-laying_ceremony_and_50_years_celebrationUn regalo i membri dell’ente se lo sono già fatti con l’accometaggio del lander Philae, nell’ambito della missione Rosetta. Nessuno ci era riuscito prima e con questo “nessuno” intendiamo, si capisce, gli americani della NASA. Dall’Europa dei banchieri a quella degli scienziati dunque, che non ci fa temere la fine del mese, ma sognare gli infiniti mondi possibili sparsi per il cosmo. Il progetto della sua costituzione nacque nel 1964 su iniziativa di Edoardo Amaldi e Pierre Auger. Il suo quartiere generale si trova a Parigi. Ma a cosa serve la ricerca spaziale? Quanto ci costa? Molto meno degli armamenti che i governi acquistano. Per quanto riguarda l’utilità, non si tratta solo di considerare la spinta notevole nello sviluppo tecnologico, bensì anche quello nel campo del controllo della salute del pianeta e degli esseri umani.

In questi 50 anni l’ESA è riuscita ad andare là, dove nessun europeo era stato prima. Con la sonda Huygens siamo riusciti a raggiungere una luna Saturno, Titano, nell’ambito della missione Cassini. Già da allora l’ESA è riuscita a raggiungere un obiettivo mai conseguito prima, trasmettendoci le immagini del remoto satellite. La sonda Hipparcos ci ha aiutato a migliorare le nostre nozioni astronometriche, ovvero ha contribuito a costruire una mappatura stellare più precisa. Con le missioni Giotto abbiamo raggiunto la Cometa di Halley.

In futuro il satellite BIOMASS (2020) ci permetterà di studiare la biomassa delle foreste terrestri; Il James Webb Space Telescope (2018) sostituirà il telescopio spaziale Hubble, permettendoci nuove emozionanti immagini del cosmo; ExoMars (2016) forse ci permetterà di dare la risposta definitiva alla domanda «C’è vita su Marte?».

E se oggi siamo atterrati su una cometa, domani potremmo essere i primi ad atterrare un equipaggio umano sul Pianeta Rosso. Ed in un futuro remoto (ma che potrebbe teoricamente caderci in testa anche domani) potremmo salvare l’esistenza della vita conosciuta da un cataclisma venuto dallo spazio, riuscendo la dove in altre epoche si è stati fatalmente impotenti.

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