Il siero che salva la vita ai soldati feriti sul campo

29 Novembre 2014
Aurora Scudieri
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soldato feritoConsegna della Medaglia al valore. Ma spesso il destinatario non c’è, è deceduto, e il premio viene dato ai familiari, tristi e depressi per la perdita.
Questo triste quadretto potrebbe presto cambiare grazie all’invenzione di una squadra di ricercatori australiani che affermano di aver messo a punto un trattamento per aumentare, notevolmente, le speranze di vita di un militare ferito.

Una svolta storica. La nuova e innovativa sostanza, infatti, aumenterebbe notevolmente la possibilità di consegnare le Medaglie al valore direttamente nelle mani dell’eroe.
L’87% dei soldati feriti in battaglia, infatti, muore nei primi 30 minuti, senza aver avuto neppure la possibilità di essere curato. “Questo lasso di tempo è cruciale”, spiega Geoffrey Dobson, dietro il nuovo trattamento, finanziato dalla Hayley Letson. I ricercatori della James Cook University, nel Queensland, hanno passato diversi anni a cercare una sostanza che poteva mantenere in vita un soldato e rianimarlo, racconta il sito web australiano ABC . I risultati ci sono. “Sui 5.000 soldati americani uccisi in Iraq e Afghanistan, circa il 25% avrebbe potuto essere salvato”, spiega Geoffrey Dobson. Al momento, però, il magico siero è stato testato solo su topi e maiali. L’esercito americano dovrà ora avviare la sperimentazione sull’uomo.

Una dose da 50 millilitri sarebbe sufficiente a salvare un militare di 70 chili. Niente a che vedere “con gli 8 litri di liquidi spesso necessari per la rianimazione tradizionale”. Due iniezioni sarebbero sufficienti: una immediatamente e un’altra inseguito.
Geoffrey Dobson spiega come “E’ un colpo, come nella boxe, sinistro destro, al cuore e al cervello”. “Dopo una emorragia e uno choc il cuore non ha più pressione. Il nostro siero fornisce pressione arteriosa” conclude lo studioso.
I miracoli della scienza?

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