Giovani che condividono la casa con anziani per risparmiare sull'affitto

16 Dicembre 2014
Aurora Scudieri
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studenti nonniAndare via di casa, lasciare mamma e papà per andare a stare…con un nonno. E’ la nuova moda che, nell’era dei “Bamboccioni” permette a studenti e giovanissimi, di uscire di casa anche con pochissimi soldi in tasca.
Condividere la casa, e le spese, è sempre più comune. Quasi un giovane su dieci tra i 16 e i 25 anni, infatti, convive, come mostra uno studio svolto da TNS-Sofres. Ma oggi questa condivisione di tetto e spese prende una nuova forma: ossia quella di avere come coinquilino un ultra ottantenne che forse non ascolta musica metal mentre devi studiare ma forse, a causa di problemi di udito, è costretto a tenere la tv a volumi altissimi.

Secondo l’associazione francese Logements entraide générations (LEG) questa coabitazione segue regole precise: lo studente va a vivere da un nonno e gli paga la sua metà dell’affitto oppure alloggia gratis fornendogli assistenza. In questo modo l’anziano arrotonda una pensione forse troppo magra e il giovane, con poche risorse, riesce ad uscire di casa. La formula ha sempre più successo, spiega Élisabeth Boularand, direttrice dell’associazione: “Secondo i nostri studi ci sono 4 giovani che chiedono questa nuova sistemazione ogni anziano che la propone”. E se le regole del mercato verranno rispettate: proposta richiamerà offerta e presto molti nonni apriranno la loro dimora alle nuove generazioni.

Il progetto è presente in tutta Europa, soprattutto in Olanda dove gli studenti sono stati ospitati gratuitamente in una casa di riposo, «Humanitas» di Deventer, in cambio di servizi resi agli anziani residenti.
Le camere per studenti sono spesso piccole, sporche e troppo care. Nasce così una alternativa creativa. Il giovane trova casa, l’anziano trova una mano che lo aiuti nelle faccende del quotidiano.

L’idea è stata accolta con gioia anche dai 160 residenti della casa di riposo che hanno visto nei giovani studenti un approccio nuovo, meno “medico” di quello del personale specializzato, e quindi più umano, come nel rapporto con un nipotino.
Ogni studente accolto ad «Humanitas» propone attività, condivide momenti di gioco e svago e dialoga apertamente con gli anziani presenti nella struttura.

 

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