Basta pellicce di angora. Lacoste convinta da associazione animalista.

20 Dicembre 2014
Aurora Scudieri
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lacosteStop all’utilizzo di lana di angora da parte della Lacoste. Questa la vittoria ottenuta dalla’associazione per la difesa degli animali, Peta.
Dopo una inchiesta sulle condizioni “crudeli” per raccogliere il pelo di questi conigli la grande azienda di abiti francese ha deciso di chiudere il commercio di indumenti che la utilizzavano.

Secondo l’associazione, infatti, la ditta avrebbe abbandonato il “progetto di usare le fibre di angora per future collezioni (…) nell’ambito della sua politica delle responsabilità. La ditta che ha per simbolo il coccodrillo ha chiesto di essere inserita nella lista degli affiliati Peta“.

La produzione d’angora è crudele e Peta chiede a tutte le marche di prendere l esempio della Lacoste mostrando che la crudeltà verso gli animali non ha spazio nei propri cataloghi”, spinga Isabelle Goetz di Peta Francia. Secondo l’associazione, infatti, i conigli vengono sottoposti a “atroci sofferenze” durante il processo.

“Le zampe anteriori e posteriori vengono tirate, e attaccate su un pezzo di legno. Esperienza traumatica per qualsiasi animale. Altri vengono sospesi in aria dalle zampe anteriori. Gli strumenti utilizzati inoltre feriscono la loro pelle sottile”, descrive Isabelle Goetz.

L’anno scorso la Peta accusò marche quali Primark, Asos, TopShop, Mark & Spencer e H&M di usarle. Nel 2012, i paesi asiatici hanno prodotto il 90% delle 4 700 tonnellate di pellicce create nel mondo.

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