Divieto di giocare a golf per funzionari cinesi

Il golf è un passatempo “inappropriato” e potenzialmente “sovversivo”. Questo il giudizio della Commissione d’ispezione disciplinare del Guangdong, istituto del Partito Comunista Cinese.

Per tale ragione il PCC ha deciso di vietare la pratica del golf ai funzionari in tutta la provincia del Guangdong, la più ricca della Repubblica cinese.
Con il titolo “Prevenire la corruzione dei club di golf” il dossier, emesso dalla Commissione d’ispezione disciplinare del Guangdong, nell’ambito del progetto “mani pulite” lanciato dal presidente Xi Jinping, il Partito vieta lo sport con mazze e palline, per “impedire dei comportamenti non adeguati e delle infrazioni alla disciplina e alla legge” sottolinea il documento. Secondo il testo, infatti, ogni attività collegata al golf viene vietata ai funzionari. Questi, infatti, non potranno più frequentare i fairways durante le proprie ore di lavoro. Gli viene, inoltre, impedito di aderire a dei club di golf. “Conferenze” e “viaggi d’affari” organizzati intorno al percorso a 18 buche sono anche vietate.

Per il momento il divieto tocca solo la provincia di Guangdong. Ma questa è stata spesso luogo di lancio per iniziative anti corruzione ed è è possibile che presto segua anche il resto del paese. Sul proprio sito web la Commissione parla del golf come un passatempo “inappropriato” e potenzialmente “sovversivo” per i responsabili comunisti.
“Se i funzionari governativi si appassionano a questo gioco possono essere corrotti” si preoccupa la Commissione.

La Repubblica popolare ha da sempre un rapporto non semplice con il golf. Mao Tsé-toung, che aveva vietato questo sport, vi vedeva una pratica legata alle elite, e una “decadenza occidentale” .
Le fairways hanno fatto ritorno in Cina intorno al 1980, insieme allo sviluppo economico del paese.