Smartphone aumenta i casi di incidenti nei bambini sotto i 3 anni

2 Gennaio 2015
Aurora Scudieri
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cellulare figlioSe hai un bimbo piccolo ti sarà capitato certamente. Anche se giuravi che non l’avresti mai fatto. Per non farlo piangere, almeno una volta, gli avrai ceduto l’oggetto magico, che all’improvviso, come per magia, lo calma: il tuo cellulare. Ma, ancora peggio, ti sarà successo di perderlo di vista, di distrarti e di evitare cadute o incidenti perché ad essere concentrato sul telefonino eri tu, genitore.

Negli Stati Uniti, infatti, il numero di incidenti dei minori di 5 anni, causato dalla disattenzione di genitori incantati sugli smartphone, dal 2007 è in grande crescita toccando la cifra di oltre 10mila. I numeri, svelati da uno studio svolto da Craig Palsson, studente di economia all’università di Yale, parlano di incidenti non mortali e non intenzionali, che, in calo dal 1970 al 2007, tornano a crescere notevolmente a partire da questa data, proprio a causa del nuovo gioco di mamma e papà: il cellulare. Secondo il centro di sorveglianza e prevenzione delle malattie americano (CDC), infatti, la data sarebbe legata all’uscita dei primi iPhone della Apple. Incantati sul loro cellulare di ultima generazione, infatti, mamma e papà non vedono il proprio figlio che si avvicina pericolosamente alla rampa delle scale, che mette in bocca un oggetto piccolo e pericoloso, che avvicina le dita alla presa. Il cellulare, quindi, fa diminuire notevolmente la nostra capacità di porre attenzione all’ambiente che ci circonda. Non solo a nostro figlio ma, come vari studi dimostrano, anche alle altre auto mentre guidiamo o a pericoli per strada mentre camminiamo.

Craig Palsson ha scelto di approfondire il legame tra telefonino di adulto e incidenti di bambini. Gli ospedali chiedono raramente ad un adulto responsabile di un bimbo ferito se stava consultando YouTube quando si è verificato l’incidente. Ma, secondo lo studioso di economia di Yale, bisognerebbe creare due gruppi di genitori: ai primi bisognerebbe consegnare uno smartphone, al secondo gruppo no.

L’esperimento, secondo, Craig Palsson, porterebbe i figli del primo gruppo a restare vittime di incidenti dovuti a disattenzione. Incrociando i dati della AT & T sullo sviluppo delle reti 3G, e il numero di incidenti registrati negli ospedali americani, il giovane studente ha ipotizzato, dunque, che nelle città che dispongono di una rete 3G, il numero di bimbi da 1 a 5 anni che restano vittime di incidenti aumenta di circa il 10 %, sopra i 5 anni il numero sale solo del 2 o 3 % perché questi richiedono meno sorveglianza. Nelle scuole o gruppi sportivi dove gli insegnanti non dispongono di telefonino,il numero di incidenti resta invece stabile, così come nelle città che non hanno reti 3G.

La distrazione dovuta allo smartphone, porta dunque gli adulti genitori ad essere meno attenti. “Questo risultato porta a domande in alti ambiti” conclude Craig Palsson,padre di due bambini, che non possiede uno smartphone. La sua richiesta è che altri ricercatori analizzino “il modo in cui gli smartphones danneggino l’attenzione dei genitori nei confronti dei propri figli” portando anche a sofferenze psicologiche da parte di questi.

 

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