Ecco da dove deriva quell'odore che si diffonde dopo la pioggia

16 Gennaio 2015
Federica Russo
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P1000660Quell’odore che si diffonde nell’aria dopo la pioggia, che rende il terreno umido e sparpaglia le ultime goccioline d’acqua tra le foglie. Sembra quasi di stare in mezzo ad un bosco dove gli odori sono amplificati. Ma, da dove deriva davvero questo odore?

Un gruppo di scienziati australiani aveva scoperto qualche tempo fa che l’origine di questo odore deriva da oli e prodotti chimici legati a batteri emessi dalle piante. Questa ricerca è stata ampliata da uno studio condotto dal MIT (Massachusetts Institute of Technology) che sono stati in grado di effettuare tali osservazioni per la prima volta utilizzando tecnologie di imaging ad alta velocità anche per altri esperimenti. Cullen R. Buie, un assistente professore di ingegneria meccanica al MIT e coautore dello studio, ha affermato che il meccanismo della goccia “aerosol” frenetica potrebbe spiegare l’odore della pioggia.

Cosa significa? Quando le gocce di pioggia atterrano su alcune superfici porose, possono intrappolare bolle d’aria contenenti piccole particelle, che poi sparano verso l’alto, in aria. Questi aerosol sono probabilmente responsabili del diffondersi di elementi aromatici, insieme con i batteri e virus intrappolati nel terreno. L’odore che ne deriva è denominato dagli scienziati “Petrichor“.

All’interno di un determinato intervallo di velocità di impatto, si osserva la generazione della bolla frenetica ad espulsione di minuscole goccioline, producendo aerosol sopra la superficie. Gli scienziati riescono a prevedere quando si verifica la frenetica generazione di aerosol dalle proprietà della superficie e le successive condizioni di impatto. Questo lavoro dimostrerebbe che gli aerosol possono essere generati su superfici porose e soprattutto solo quando la pioggia non è stata eccessivamente abbondante, le forti piogge non sono l’ideale per la produzione di aerosol.

 Youngsoo Joung, coautore dello studio, in un comunicato stampa del MIT dichiara: “Questa scoperta dovrebbe essere un buon riferimento per il lavoro futuro, fa luce sullo studio dei microbi e delle sostanze chimiche esistenti all’interno del suolo e altri materiali naturali e come possono essere consegnati all’ambiente, e, eventualmente,  all’uomo.”

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Communication. Inoltre gli scienziati del MIT spiegano tramite un video ciò che hanno scoperto, chiamandola proprio “generazione della bolla frenetica

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