Radiodramma: un nuovo modo di fare teatro

24 Gennaio 2015
Federica Russo
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mg_2894Il radiodramma fu un’invenzione degli anni ’30 del novecento che fece innamorare delle storie raccontate moltissima gente. Oggi torna in voga, in formati diversi, sotto il nome di “Podcast“,  con storie registrate rese ancora più affascinanti grazie alla tecnologia dei nostri tempi. Infatti le cuffie non servono più soltanto ad ascoltare musica, ma anche ad ascoltare i racconti, entrare in un mondo parallelo, essere protagonista della storia.

Ma c’è di più. La Fonderia Mercury di Milano è progenitrice in Italia,  del radiodramma per teatro, sotto intuizione di Sergio Ferrentino. Da febbraio 2012 la Fonderia è a capo del progetto “AutoreVole: audiodrammi in teatro”, che coniuga la drammaturgia radiofonica, il teatro e il web coinvolgendo autori di livello nazionale. Il pubblico in sala assiste all’allestimento dell’audiodramma: vengono ricostruiti gli ambienti radiofonici e nel frattempo sul palco gli attori e i rumoristi creano l’immagine acustica. L’interazione tra gli attori e gli spettatori, avviene in modo particolare: il pubblico viene dotato di una radio cuffia, con la quale può ascoltare l’opera. In sostanza, il pubblico assiste al radiodramma come se fosse presente all’interno dello studio di registrazione. Si mescolano tra loro radiofonia, teatro, letteratura, web e arti visive in un connubio che riesce in modo molto gradevole a comunicare in nuovi modi e nuove storie.

Ferrentino afferma: “in Italia non esistono scuole che insegnano a scrivere per la drammaturgia radiofonica. Così ci siamo rivolti ad autori famosi per poter avere un testo originale dedicato esclusivamente alla radiofonia. Gli è stato chiesto di inventare pensando all’immagine acustica. I movimenti degli attori vengono sonorizzati e gli effetti vengono realizzati dai rumoristi in scena“. 

 

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