Frattura del pene, incidente non così raro

11 Febbraio 2015
Aurora Scudieri
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frattura peneVivete con un terrore che vi tormenta ogni volta che fate sesso?
Secondo uno studio brasiliano la metà degli incidenti che provocano la
frattura del pene si svolgerebbe con la donna sopra del proprio compagno ma anche la manipolazione scorretta del pene in erezione è un’altra causa della frattura.
L’evento, però, non è così frequente ma neppure rarissimo. Gli urologhi dell‘università di Campinas, in Brasile, hanno deciso di analizzare 12 anni di casi clinici nei pronto soccorso di una zona che comprende 3 milioni di abitanti, per recensire 44 casi. Nel 90% delle volte i pazienti avevano provato un fortissimo dolore, nel 93% la formazione di un ematoma, nell’80% una perdita immediata dell’erezione e nel 50% un “crack” addirittura.

Se il pene, normalmente, è morbido, in erezione diventa molto più delicato. Con l’arrivo del sangue si forma una armatura rigida che, alle volte, stretta nel perineo può rompersi per un movimento improvviso e scorretto. Per i tre quarti dei pazienti brasiliani vittime di questo incidente (32 su 44), è avvenuto durante la penetrazione (vaginale per la maggioranza e anale in due casi).

L’originalità dello studio pubblicato su Advances in urology, è quello di studiare la posizione adottata durante la penetrazione al momento della frattura. Nella metà dei casi si tratta della “donna sopra“. “Quando la donna è sopra controlla tutti i movimenti con tutto il peso del suo corpo messo sul pene e l’uomo non può interrompere la penetrazione se sente dolore”.
Ma la frattura può anche prodursi in penetrazioni anali (8 casi di cui 2 omosessuali) o con “l’uomo sopra” (6 casi di cui 2 omosessuali).

Ma a seconda di dove vai ci sono casi differenti. In Iran ad esempio, c’è una pratica chiamata «taghaandan», che consiste nel girare il pene in erezione, che provoca spesso la frattura. Per 86 avvenuti nell’ospedale di Kamkar (Iran), il Dr Mohammad Kazem Moslemi, ha calcolato il 56 % degli incidenti (48 pazienti) che lo hanno avuto durante questa pratica, contro solo il 30 % (26 pazienti) avuta in penetrazione.

 

 

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