#hellomynameis, ex medico diventato paziente fa esplodere l'appello sui social

19 Febbraio 2015
Aurora Scudieri
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hello my name isDopo essere stata per anni dietro la scrivania, la vita e il destino lo ha portato dall’altra parte, dalla parte del paziente, e si è resa conto di quanto sia assente, nei medici, la compassione.

Tre anni fa alla Dottoressa Kate Granger, 31 anni, viene diagnosticato un tumore che, viste le tante ore di chemioterapia, la portano a scoprire il mondo ospedaliero…visto da un paziente.
Dopo aver osservato il comportamento del personale, ho realizzato che la maggior parte di essi non si presentava, o peggio, non aveva neppure l’interesse di sapere il mio nome” racconta in una intervista alla BBC.
Il medico che le comunica il tumore non le dice neppure “Buongiorno” e non la guarda negli occhi.

Dopo due anni di trattamento, stufa che si parli di lei come “il letto numero 7Kate Granger decide di lanciare una campagna chiamata «Hello, my name is…» (Buongiorno, mi chiamo…) dove medico e pazienti si fotografano con il loro nome scritto in un foglio davanti a loro, e diffondono l’immagine sui social. La campagna mira a convincere i medici ad assumere un comportamento più compassionevole e umano nei confronti dei propri pazienti.

“Si inizia da un foglietto, ma non si tratta solo di conoscere il nome di qualcuno, c’è molto di più, si tratta di creare un rapporto umano, per creare una relazione terapeutica basata sulla fiducia per evitare che l’ospedale sia solo una fabbrica di pazienti” spiega alla BBC.

La giovane donna, che si trova oggi in una fase terminale, senza possibilità di guarire, spera che la sua testimonianza “metta la questione del cuore nelle cure in primo piano dato che è dimostrato che ciò migliora la situazione dei pazienti”.

Il movimento ha così velocemente preso piede sui social network e in due anni, oltre 500mila medici, infermieri, dipendenti ospedalieri, si sono impegnati per usare più “umanità” nel rapporto con i pazienti. Tutto si muove attraverso l’hashtag #hellomynameis su Twitter.

Tra le personalità che hanno creduto al progetto, il primo ministro inglese David Cameron e il ministro della salute Jeremy Hunt, che ha definito “esemplare” l’iniziativa della giovane paziente-medico.Il governo scozzese ha fatto anche di più, annunciando l’investimento di £40 000 (53 000€) da devolvere al National Health Service, servizio di salute pubblica inglese, per allargare la campagna a più paesi.
My name is…” è arrivata anche qui da noi, in Italia, conquistando anche i nostri social e venendo ripreso da La Repubblica
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