Università accessibili ai portatori di handicap, la rarità

26 Febbraio 2015
Aurora Scudieri
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univ handicapIl diritto allo studio è per tutti. Per chi ha pochi mezzi economici, per chi è costretto a lavorare per mantenersi, ma anche per i portatori di handicap, che spesso nella conoscenza trovano una fonte di vita, vita normale, della quale necessitano.
Eppure, spesso, troppo spesso, le scuole e in particolare le università sono inaccessibili a chi ha problemi di mobilità.
Tutto parte dalla denuncia di una studentessa dell’università di Parigi, Paris-X Nanterre, non vedente, la quale, pubblicando alcune foto sul proprio profilo Facebook, ha mostrato quanto sia difficile per lei e per tutti gli altri ragazzi come lei, recarsi ogni giorno a lezione.

Non si tratta di un caso isolato, negli ultimi dieci anni, infatti, le iscrizioni alle università francese da parte di portatori di handicap sono salite del 127 %.

Dopo la denuncia della giovane francese, infatti, alcuni giornali francesi hanno iniziato ad analizzare i dati, scoprendo che, nel 2014, 18.200 giovani handicappati vanno all’università. Un numero che impone un’adattamento dei luoghi per loro. Delle leggi, in realtà, esistono, sia in Francia che da noi in Italia, e chiedono la messa a norma di tutti gli istituti scolastici per renderli accessibili ai portatori di handicap. Ma basta girare negli atenei per rendersi conto che queste norme spesso, quasi sempre, non vengono applicate.

Uno studente in sedia a rotelle, ad esempio, in alcune università riesce ad accedere solo ad alcune aule e alcune porte sono per loro impossibili da aprire.
Ci sono facoltà che permettono ai portatori di handicap di registrarsi per fare in modo che i corsi dai lui seguiti vengano svolti in aule accessibili e strutture adeguate, ma non sempre funziona e soprattutto non è previsto che esso svolga altre attività quali recarsi in biblioteca.
Proprio nell’università Paris X-Nanterre da cui è scattata la denuncia, infatti, la biblioteca, ai piani superiori, non è raggiungibile dai giovani studenti in sedia a rotelle.
Nella biblioteca universitaria non c’è un ascensore e non potrà mai esserci dato che è inserita nel patrimonio storico” e quindi non può essere “toccata” spiega Rahima, studentessa non vedente dalla quale è appunto partita la forte denuncia.
Qualcosa, comunque, c’è. Una sala informatica pensata anche per i portatori di handicap, ad esempio, è stata realizzata nel 2013 con tastiere con caratteri grossi e schermi speciali, inoltre, per i non vedenti, una telecamera «Eye Pal» collegata al computer permette la lettura. Basta inserire un libro sotto la webcam e girare le pagine, infatti, per ottenere la lettura. “Diciamo che è il meno peggio dell’università” spiega Rahima, che riconosce “una volontà” ma non di più. Da parte loro gli atenei lamentano una mancanza di fondi.

Secondo la giovane non vedente, nell’ateneo Sorbonne-Paris IV, è ancora più complicato “sono andata per prendere dei libri e ne sono uscita in lacrime”, racconta. Quasi nessuna ala ha delle rampe di accesso e trovare uno studente in carrozzina nell’università è, di conseguenza, impossibile. “La vecchiaia delle strutture non può servire da alibi, bisogna mettersi a norma” spiega Rahima.

Eppure negli ultimi anni gli studenti con disabilità sono aumentati notevolmente, in media del 13 % ogni anno. Nel 2005, in Francia gli studenti con handicap erano 8.000, nel 2014 sono saliti a 18.200.

 

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