Convivere: 1 coppia su 2 non cerca casa insieme e sceglie di condividere l'ex casa da single

22 Aprile 2015
Aurora Scudieri
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andare a vivere insiemeIncontrarsi, innamorarsi, frequentarsi e…cercare casa insieme. Un processo che sembra naturale ed automatico, ma che, ultimamente, non si svolge più così.
Mutui improponibili, affitti troppo alti, poche risorse. E così le nuove coppie si ritrovano, sempre più, ad adattarsi a quel che c’è: lei si trasferisce da lui, rivoluzionando la casa da single e mettendo via il sogno di una casa nuova in comune.

Il nuovo nido è oramai un privilegio per pochi, come sostiene l’ultimo studio dell’Istituto francese Ined (Institut national d’études démographiques) che analizza la “prima vita di coppia”. La crisi del mattone non risparmia, dunque, gli innamorati.

Andare a convivere prima del matrimonio oggi è quasi la routine, a differenza di quello che avveniva 50 anni fa, ma trasferirsi in un posto nuovo per entrambi, dove ricominciare tutto d’accapo, è sempre più raro.
Solo la metà degli intervistati, della generazione 1978-1982 optano per un nuovo tetto in comune, mentre il 68% delle donne e 67% degli uomini della generazione 1948-1952 fanno lo stesso.

Invece di girare tra agenzie immobiliari e annunci di case in affitto/vendita, la tendenza è quella che uno dei due si trasferisca nella casetta da ex single dell’altro. Trasferirsi sotto il tetto dell’uomo resta la pratica più frequente, utilizzata da un quarto delle coppie nate intorno al 1980. Mentre il trasferimento della coppia dalla donna cresce ma resta meno diffuso (circa il 10% nelle persone nate intorno al 1950 contro 16% nei giovani).
Solo 3% delle coppiette che convivono sono composte da donne che lavorano e uomini che hanno deciso di proseguire gli studi.
Una evoluzione che, secondo i due autori dello studio, Wilfried Rault e Arnaud Régnier-Loilier si spiega con il fatto che ad oggi è sempre più raro che entrambi i membri della coppia abbiano fin da subito un lavoro.
La situazione più frequente è che sia l’uomo a lavorare e la donna a proseguire gli studi, complice anche l’età più bassa, di solito, della donna in coppia rispetto al maschio. Questo caso è presente nel 27% degli uomini e 24% delle donne di nuova generazione.

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