L'instabilità dei salari tocca soprattutto la fascia 26-35 anni

4 Maggio 2015
Aurora Scudieri
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lavoro instabilità salariI giovani sono le vittime principali di uno stipendio instabile, insicuro, incerto.

Uno studio dell’istituto francese dei dipendenti, l’Insee , ha rivelato che l’instabilità salariale tocca soprattutto loro. Uno stipendio incerto, di mese in mese, a causa della mobilità, dell’inflazione, dei periodi di inattività, scelti o subiti.

Per instabilità dei salari si intende la variazione del salario che è indipendente dal capitale umano del lavoratore. Lunghi periodi di instabilità salariale influiscono negativamente sul benessere individuale dei lavoratori, in questo caso, giovani e neolavoratori.

Secondo lInsee negli ultimi trent’anni le differenze salariali sono aumentate notevolmente. Questo deriva “dall’evoluzione dello stipendio giornaliero e della durata dei contratti”. Secondo i dati Inps sui redditi annuali lordi, svolti su un campione di 50mila lavoratori dipendenti maschi sempre occupati, le riforme italiane Treu e Biagi hanno aumentato in media del 10% il grado di instabilità dei salari, soprattutto per i giovani. Per i lavoratori a termine l’instabilità dei salari è inevitabile. In Italia, il Jobs Act ha abolito la possibilità di reintegrare un lavoratore licenziato ingiustamente, risarcendolo con un indennizzo monetario, e questo dovrebbe agire sul calo dei contratti a termine che sono la principale causa dell’instabilità dei salari.

Le differenze però, toccano sia i dipendenti che i liberi professionisti. I primi vittime di contratti a progetto di breve durata, i secondi contretti a sottoporsi a partite iva che constringono loro a non essere sicuri di avere le stesse entrate ogni mese. I lavoratori più soggetti alle insicurezze salariali sono quelli giovani, e fino ai 45 anni, quando iniziano a stabilizzarsi, per poi ritornare nell’instabilità dopo i 50 anni. Il fenomeno, però, raggiunge il suo climax nella fascia 26-35 anni, dove tocca 4 uomini su 10. Diminuisce, inseguito, con l’anzianità, raggiungendo il 30% dell’inegalità tra 36 e 45 anni e 34% tra i 45-54 anni. In Italia nei primi tre anni del rapporto di lavoro il grado di instabilità si riduce del 20 per cento all’anno.

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