Orecchie fischiano, patologia da curare partendo dal cervello

Una credenza siciliana vuole che quando una persona sente un fischio in un orecchio, qualcuno sta parlando di lei …Le dicerie sono molte e quasi tutte false.

I ronzii alle orecchie, o acufeni che dir si voglia, costituiscono un disagio più o meno invasivo e il più delle volte risulta complicato risalire alla causa scatenante. 

Una persona su cinque lo ha provato almeno una volta ma c’è chi ne soffre continuamente. Il fischio all’orecchio può essere permanente, inatteso, intermittente, variabile o temporaneo.

Da persona a persona, inoltre, il suono percepito varia: può essere un tintinnio, un fischio leggero, un fischio acuto o anche una nota musicale. Si può sentire in un solo orecchio o addirittura in entrambe e può sembrare provernire da fuori o da dentro.

Più che una patologia, i ronzii alle orecchie costituiscono un sintomo comune a molte malattie, come la possibilità che si tratti dell’inizio di una perdita di udito, di un malfunzionamento dell’apparato uditivo che conduce a delle interferenze ma anche ad alcuni medicinali o ad un trauma cranico.

Un gruppo di ricercatori è riuscito a registrare il momento preciso del fischio in una persona affetta da questa patologia. Lo studio, pubblicato sulla rivista Current Biology si è svolto su un uomo di 50 anni con problemi di epilessia. «Vorremmo studiare altri casi simili», spiega uno degli autori dello studio, Philipp Gander.
Secondo i risultati dello studio, quando percepiamo il fischio alcune zone del cervello che sono dedicata all’ascolto si attivano. Ma, a differenza di un suono esterno reale, in caso del fischio anche i neuroni vengono attivati. «Sappiamo ora che questo suono viene riconosciuto dal cervello come interno, ma agisce in modo simile ad uno esterno», sottolinea Will Sedley, tra gli autori “il fischio quindi, non agisce solo sull’apparato uditivo ma anche sul comportamento del cervello”.