Animalisti, tutti contro Victoria Beckham

26 Maggio 2015
Aurora Scudieri
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victoria beckhamE’ una icona dello stile e da qualche anno, anche una grande imprenditrice che ha deciso di investire in una sua casa di moda. Ma vestire alla moda, si sa, richiede qualche sacrificio. Non per noi, si intende, ma per gli animali che finiscono sui nostri colli, sulle nostre borsette e nella pelle dei nostri pantaloni attillatissimi.

Victoria Adams, ex Spice Girl e moglie dell’affascinante calciatore inglese David Beckham è entrata ufficialmente nella lista nera della associazione animalista PETA.

Alligatore, pelle, pitone…i nuovi modelli dell’ultima collezione di Victoria Beckham utilizzano cuoio esotico. Venduti con un prezzo che oscilla dai 2800 ai 25.000 euro, queste borse, cinture e portamonete hanno attirato non solo le ragazze dal portafoglio gonfio ma anche le attenzioni dell’associazione in difesa degli animali PETA.

«Victoria Beckham dovrebbe andare in un allevamento di alligatori e vedere le gabbie immonde nelle quali questi animali sono costretti a vivere. O dovrebbe semplicemente restare nei paraggi e sentire l’odore che proviene da questi luoghi. Se non sopporta assistere al modo orribile nel quale questi animali vengono torturati e uccisi dovrebbe smetterla di ordinarne la pelle per fare le sue borsette», ha dichiarato un rappresentante della PETA al Daily Mail.

victoria beckham2Quel che brucia di più alla associazione è che la diva inglese aveva, in passato però, dato il suo sostegno agli animalisti, promettendo loro di non usare mai queste pelli per le sue collezioni.

La signora Beckham ha risposto all’attacco sempre attraverso le pagine del Daily Mail spiegando che il cuoio utilizzato proviene da un allevamento etico situata negli Stati Uniti e ha fatto sapere che la sua casa di moda «continuerà ad utilizzare tutti i tessuti e tutti i cuoi esotici come ho sempre fatto».

Una posizione comune a molti stilisti, anche se le firme che decidono di abbandonare le materie di origine animali sono sempre più numerose.

Tra loro c’è Stella McCartney ha scelto di abbandonare qualsiasi tessuto di origine animale. Una battaglia che la stilista porta avanti dal 2001 e lo fa con attenzione e dedizione:

“Se ho scelto di non utilizzare cuoio e pellicce non è solo perché non mangio carne ma perché è inaccettabile che ogni anno milioni di animali muoiono nel nome della moda. Sono convinta che esiste un legame tra cuoio e ambiente”

À New York, la griffe Vaute Couture a febbraio 2013, è diventata la prima casa di moda indipendente, 100% vegana a partecipare alla Fashion Week. Lo stilista turco, Hussein Chalayan sostiene la necessità di una moda responsabile: dall’inizio degli anni ’90, sviluppa delle collezioni sperimentali che spingono a riflettere sul riscaldamento climatico. Nella collezione autunno inverno 2007-2008 utilizzata materiali ecologici in lana e lino.

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