Nucleare, “anomalia tecnica” nella centrale Epr di Flamanville

10 Giugno 2015
Maria Melania Barone
Per leggere questo articolo ti servono: 4minuti

Il cantiere maledetto della centrale nucleare di Flamanville, così come lo chiamano in Francia, ha dato altri problemi. Il reattore EPR della centrale di Flamanville, in Normandia, nel nord della Francia, è stato interessato da un’accuratissima analisi in cui sono state evidenziate alcune anomalie “nella composizione dell’acciaio di determinate porzioni del coperchio e del fondo del serbatoio”. A riferirlo è stato Guillaume Bouyt, capo della divisione locale dell’authority (ASN), citato dai media francesi.

EDF-nuclear-plant-in-Noge-007-400x240IL CANTIERE MALEDETTO – E se in Francia, paese che, dopo la Germania ha più centrali nucleari d’Europa, la centrale di Flamanville viene definita “il cantiere maledetto”, un motivo ci sarà. Bando alle credenze popolari, alle superstizioni o alle voci di popolo bisogna passare ai meri fatti di cronaca: l’impianto aveva già subito un’analisi nel novembre scorso in cui erano stati evidenziati ulteriori problemi sul coperchio del serbatoio ma questa volta i problemi sono assolutamente di natura diversa rispetto a quanto riscontrato in precedenza.La buona notizia è che l’impianto normanno non è ancora entrato in funzione, la cattiva notizia è che sarebbe dovuto entrare in funzione nel 2012 ma poi, per tutta una serie di problemi avuti durante il periodo di costruzione, l’allacciamento alla rete elettrica è sempre stato rinviato e adesso è previsto per il 2017.

“LA TECNOLOGIA PIù SICURA” – La brutta notizia invece è che si tratta di un impianto di nuova generazione, il più sicuro, si dice. Anzi, per la precisione, l’impianto di Flamanville avrebbe dovuto costituire il fiore all’occhiello del nucleare francese. Un nuovo modo di “pensare nucleare” e che avrebbe dato il via a una sorta di filiera corta dell’uranio con impianti di smaltimento dell’uranio installati proprio in loco (riesce difficile credere a una cosa del genere visto che ad oggi non esiste un vero e proprio metodo per smaltire l’uranio, n.d.r.). Va inoltre detto che il cantiere normanno non è l’unico ad essere maledetto in quanto di reattori di EPR e Areva ce ne sono due attualmente in costruzione: oltre a quello già citato infatti, abbiamo anche il reattore di  Olkiluoto, in Finlandia. La cosa singolare è che entrambi i cantieri hanno subito ritardi e problemi. 

LA STORIA DEL SOGNO NUCLEARE – Il reattore francese sarebbe dovuto essere costruito in soli 5 anni. I lavori sono iniziati nel 2007 e l’allacciamento era previsto nel 2012 ma così non è stato. Il progetto di sovranità energetica era nato grazie alle ambizioni del gruppo Areva 15 anni fa ed è stato appoggiato da quasi tutti i partiti francesi (del resto il gruppo Areva è a maggioranza statale con l’87% delle quote tra stato e partecipate n.d.r.), ma poi è finito per causare la più grande catastrofe industriale della Francia. Un sogno davvero in grande quello della “Atomic Anna”, così  chiamano i francesi Anne Lauvergeon, presidente del gruppo che ha regnato in modo incontrastato su Areva per circa 10 anni. E’ colei che ha teorizzato la filiera integrata del nucleare, cioè una centrale in cui si facesse tutto, ma proprio tutto ciò che consente di produrre energia: dalla costruzione dei reattori alla fornitura del combustibile, dall’estrazione dell’uranio allo smaltimento dei rifiuti radioattivi. Un sogno grande, talmente grande che ha finito per dare i numeri: sono circa 6 mila i dipendenti che saranno spediti a casa grazie al buco di 4,8 miliardi che ha coronato la chiusura di un 2014 infausto.

CORREVA L’ANNO 2007 – Il 2007 è stato un anno importante per il gruppo Areva in quanto, oltre a cominciare la costruzione del “cantiere maledetto” che ormai i francesi sembrano non volere più, è anche l’anno in cui il gruppo acquista UraMin, un’azienda canadese specializzata nell’estrazione di uranio che ha dirottato il gruppo verso l’estrazione di uranio in miniere che poi si sono rivelate inesistenti: il giochetto della ricerca dell’uranio è costato un buco da 1,8 miliardi su cui adesso sta indagando la magistratura francese. A seguito di questo “piccolo” incidente Atomic Anne è stata indagata ma è stata liquidata dal gruppo soltanto all’indomani dell’incidente di Fukushima.

Secondo quanto indicato da Repubblica, ci sarebbe anche una guerra interna tra le due aziende che in questi anni non hanno mai davvero collaborato e la stessa Atomic Anne non avrebbe mai avuto buoni rapporti coi dirigenti di Edf, il gruppo elettrico che gestisce le 58 centrali francesi. Ma alla fine l’immenso buco e la catastrofe finanziaria causata dal gruppo Areva si è risolta con una proposta avanzata dal colosso energetico Edf: 2 miliardi di euro, tanto è stato valutato il gruppo Areva che nel frattempo ha bruciato altri 800 euro econdo la valutazione della causa madre e del resto, sarebbe impossibile liquidare il gruppo Areva con più di 2 miliardi di euro date le grosse perdite subite.

Ormai il governo, stanco dei continui rallentamenti e della catastrofe industriale prodotta dal gruppo ha accettato l’offerta che verrà ufficializzata fra un mese circa. L’accordo tuttavia ha in parte distrutto il desiderio di Edf, di controllare il gruppo interamente, perchè il governo ha preteso che Areva restasse una partecipata anche se in quota minoritaria.

Ma ciò che interessa di più ai francesi, non è il gioco di quote di società, quanto la sicurezza di questi reattori definiti ovunque “di ultima generazione” e quindi “più sicuri” ma che invece si rivelano come reattori da prima pagina. Anzi, riscontrare anomalie nella composizione dell’acciacio, significa di fatto dichiarare che non esiste nemmeno la struttura in cui può avvenire il processo di fusione nucleare e questo potrebbe causare una vera e propria catastrofe ambientale come quella di Fukushima.

L'AUTORE
Giornalista pubblicista nasce a nel cuore di Napoli ma vive in molte città italiane, dopo aver compiuto studi umanistici si interessa al mondo editoriale con particolare attenzione alla politica, ambiente e geopolitica.
SOSTIENI IL PROGETTO!
Sostienici
Quanto vale per te l’informazione indipendente e di qualità?
SOSTIENICI